“Il No della Regione Toscana sullo sviluppo di una parte della zona industriale del Sentino interessata in maniera marginale da un vincolo paesaggistico è sbagliato e inaccettabile e blocca la riqualificazione di un’area degradata”. E’ quanto scritto nella lettera inviata da Alessandro Starnini, sindaco di Rapolano Terme, all’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni, e agli uffici regionali preposti all’ambiente, all’energia e all’inquinamento.
Al centro della discussione tra Comune e Regione Toscana è una porzione di circa 4 ettari nella zona industriale del Sentino che da anni versa in condizioni di degrado. Nei mesi scorsi, dopo essere stata messa in vendita, l’area ha attratto l’interesse di alcune realtà industriali attive nel recupero di materiali, in particolare pneumatici, che potrebbero riqualificare la zona e offrire nuovi posti di lavoro. Il terreno in questione è una porzione marginale di un’area più vasta sottoposta dal 1976 a vincolo paesaggistico e il Comune di Rapolano Terme ha chiesto alla Regione Toscana di poterlo superare e di chiedere il parere alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per dare avvio agli investimenti già previsti, nel rispetto anche del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati che prevede la presenza di attività di economia circolare preferibilmente in zone industriali prive di vincolo paesaggistico. Lo stesso iter ha permesso negli anni, con il parere favorevole della Soprintendenza, di sviluppare l’area del Sentino che oggi conta realtà industriali in forte espansione nel settore farmaceutico, aerospaziale, agroalimentare, artigianale e commerciale. Oggi, la risposta ricevuta dalla Regione Toscana che ribadisce la presenza del vincolo paesaggistico blocca, invece, ogni prospettiva di sviluppo anche in caso di parere favorevole della Soprintendenza.
“La risposta della Regione Toscana alla nostra richiesta è desolante, sbagliata e inaccettabile, perché impedisce la possibilità di incrementare l’occupazione e, soprattutto, di recuperare un’area abbandonata da anni che versa in condizioni di degrado. Ancora una volta, a fronte delle innumerevoli contraddizioni e irrazionalità di milioni di norme, la Regione Toscana non si assume la responsabilità di decidere e di trovare soluzioni concrete. Si tratta di un modo di amministrare la cosa pubblica lontano dalla realtà e dalla vita reale delle persone. Il degrado resterà e la mancanza di opportunità occupazionali sarà pagata a caro prezzo dai cittadini e dalla nostra comunità”. “Il Comune di Rapolano Terme – aggiunge il sindaco Alessandro Starnini – ha già chiesto al Ministero della cultura la revisione del vincolo paesaggistico senza ricevere, al momento, risposta. Alla luce dei nuovi Piani di sviluppo nazionali ed europei basati sull’economia circolare, però, è inaccettabile che la Regione blocchi un progetto di recupero di materiali altamente inquinanti che avrebbero potuto essere smaltiti da aziende impegnate nella green economy”.