Reati tributari nella pelletteria amiatina, interdizione per l’imprenditore dopo il maxi-sequestro

Nuovo sviluppo nell’indagine della Guardia di Finanza di Siena sulla frode fiscale da oltre 1,2 milioni di euro nel settore della pelletteria amiatina. Dopo il sequestro preventivo eseguito a settembre, le Fiamme Gialle, su disposizione della Procura della Repubblica di Siena, hanno notificato al legale rappresentante della società coinvolta la misura cautelare personale del divieto di esercitare attività imprenditoriali per un anno.

Il provvedimento, della durata di un anno, è stato emesso dal GIP del Tribunale, a seguito della richiesta della Procura e dopo l’interrogatorio dell’indagato. La misura arriva nell’ambito dello stesso procedimento che lo scorso mese aveva portato al sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per 1,18 milioni di euro, corrispondenti all’imposta evasa.

L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, era partita dall’analisi di rischio su una rete di ditte individuali riconducibili a imprenditori cinesi, con caratteristiche tipiche delle imprese “apri e chiudi”. Queste aziende, prive di una reale struttura produttiva e con ingenti debiti fiscali, avevano emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 2,6 milioni di euro.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la società amiatina avrebbe utilizzato queste false fatture tra il 2019 e il 2023 per abbattere artificiosamente i costi e ridurre le imposte dovute, realizzando una frode fiscale da oltre 1,2 milioni di euro. Un elemento emerso già nelle prime fasi investigative è che alcuni titolari delle ditte fornitrici erano ex dipendenti della stessa azienda italiana, che avrebbe poi cambiato più volte fornitori restando però all’interno dello stesso circuito illecito.

“L’indagine conferma il costante impegno della Guardia di Finanza nella ricerca, attraverso la piena valorizzazione del patrimonio informativo e la ricostruzione dei flussi finanziari, dei responsabili di condotte fraudolente e dei contribuenti connotati da un elevato indice di pericolosità tributaria, anche con l’obiettivo di garantire la concorrenza e tutelare gli imprenditori onesti”, si legge in una nota.