“Oltre a più risorse per la sanità nel Recovery Plan serve dire sì al Mes, con i suoi 37 miliardi, anche per i rimborsi dell’emergenza Covid, che non possono gravare sui bilanci delle Regioni – prosegue Bezzini -. Basta indugi, non ci possiamo permettere il lusso di sprecare questa opportunità, il sistema sanitario necessita di ingenti finanziamenti strutturali e non provvisori. Servono risorse e subito, bisogna realizzare interventi di edilizia sanitaria ammodernando gli ospedali e riqualificando le strutture, potenziare la prevenzione, le case della salute e la rete dei servizi territoriali, investire nella telemedicina e su innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. Vanno inoltre affrontate quelle che l’OMS definisce ‘le nuove epidemie’: le cronicità, la non autosufficienza, il disagio mentale, che riguardano le persone più esposte anche ai rischi e alle conseguenze dell’emergenza da Covid19”.
“Sul reclutamento di nuovo personale – aggiunge l’assessore – come Regione chiediamo e siamo pronti a condividere con il Governo un piano di assunzioni straordinarie stabili di medici, infermieri e professionisti sanitari, sociosanitari e amministrativi, fortemente carente a seguito dei blocchi decennali, e un deciso potenziamento delle risorse per la formazione per rispondere ai nuovi fabbisogni di personale, per valorizzare le competenze e qualificare i servizi. Va anche aumentato il numero di posti nelle scuole di specializzazione per i giovani medici che si laureano, pena la carenza di specialisti, soprattutto alcune figure, come gli anestesisti. Servono strategie di medio e lungo termine”.
“Come Regione Toscana abbiamo fatto ampiamente la nostra parte, presentando a inizio novembre il nostro contributo al Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) – sottolinea Bezzini -. Nove progetti, chiari e precisi, con relativi tempi di attivazione e fabbisogno finanziario: connected care e telemedicina, case della salute, cure intermedie, investimenti sugli ospedali, riqualificazione delle strutture, gestione delle risorse umane basata sulle competenze, infrastrutture di ricerca e sostegno alla stessa. Ci tengo a sottolineare che siamo stati l’unica Regione italiana a presentare una proposta per la valorizzazione delle politiche per il personale sanitario”.
“È necessario – conclude l’assessore – cambiare rotta subito, per fare tutto questo servono ben altre risorse. La sanità merita un ruolo primario nella ripartizione dei fondi del Recovery Plan. Il diritto alla salute va tutelato e la posta in gioco è troppo alta. Se verrà confermata la linea attuale vorrebbe dire non aver imparato nulla dalla pandemia e non voler guardare in faccia le criticità, i bisogni e le prospettive del nostro sistema sanitario, che si configurerebbe come il fanalino di coda delle politiche del Governo”.