Abbiamo atteso a lungo per poter mettere finalmente il naso fuori casa, per poter respirare aria sana e fare attività fisica fuori porta, pensando che questo avrebbe posto fino all’incubo vissuto fino ad adesso. Da quando siamo entrati piano piano nella fase 2, stanno ripartendo gradualmente le varie attività, o almeno ci provano a resistere a questo potentissimo tsunami.
Anche la ristorazione, che è uno dei più importanti canali di distribuzione del vino – si pensi che per i consumi di vino la riapertura vale 6,5 miliardi di € -, ha voglia di ripartire. I ristoratori si sono organizzati con grande impegno, sanificando gli ambienti, disponendo la misurazione della temperatura all’ingresso, mettendo gel a disposizione in tutti gli angoli del ristorante, applicando il plexiglas come divisorio, distanziando i tavoli il più possibile con ingente riduzione dei posti, prenotazioni obbligatorie con schedatura dei clienti, etc. etc. Insomma disposizioni che farebbero pensare alla partenza di un astronauta in missione sulla Luna. Tutto a norma di legge, ma di normale non c’è più nulla – o meglio – questa sta diventando la nuova normalità. Come andranno le cose dunque ai nostri ristoratori, avranno veramente voglia gli Italiani di tornare al ristorante??
Secondo un recente sondaggio dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, realizzato ad aprile su un campione rappresentativo di 1000 consumatori di vino, il 23% degli italiani dichiara che andrà meno al ristorante, a fronte di un 58% per cui non cambierà nulla, fatte salve le adeguate misure di sicurezza da prendere (45%). Comunque il 23% non è un numero di poco conto! Si stima però che il 10% prevede di spendere di più rispetto a prima per il vino consumato fuori casa percentuale che sale al 15% nel caso dei millennials (25-40 anni). Per Denis Pantini (responsabile dell’osservatorio), la chiusura del canale della ristorazione ha inciso anche sulle giacenze dei vini nelle cantine per tutte le tipologie di vino.
La riapertura di questo canale è sicuramente molto importante, anche se presumibilmente presto dovremo fare i conti con la recessione.
Stefania Tacconi