Richiedenti asilo, Papi: “Siena ne ospita 121. In città otto centri di accoglienza”

Nel Comune di Siena “sono presenti, ad oggi, otto Cas, dislocati tra il centro e la periferia. Si tratta di tre centri collettivi e cinque unità abitative, e accolgono centoventuno richiedenti asilo”. Lo fa sapere l’assessore ai servizi sociali Micaela Papi rispondendo ad un’interrogazione presentata dai consiglieri di Siena Sostenibile e Pd in merito alla presenza di immigrati sul territorio comunale.

“E’ un argomento delicato e complesso – ha detto Papi -, che vede l’amministrazione impegnata in prima linea, al fine di contribuire, pur senza diretta competenza in materia, per cercare una soluzione, in collaborazione con le altre istituzioni ed enti del terzo settore che si occupano di accoglienza. Il fenomeno immigratorio purtroppo non è risolvibile a livello locale, trattandosi di un problema strutturale nazionale e ancor prima internazionale e siamo tutti consapevoli che l’elevato numero di richiedenti asilo ‘territoriali’ presenti nella nostra provincia, soprattutto pakistani, oltre il doppio rispetto alla maggior parte dei comuni toscani, crei grosse difficoltà alla macchina dell’accoglienza che comunque non si è mai fermata”. La Prefettura, aggiunge, “è tenuta ad inserire nei Cas tutti i migranti che hanno formalizzato la certificazione C3 (modulo per chi richiede la protezione internazionale, per coloro che chiedono asilo politico o rifugio) e la stessa sta procedendo in tal senso”.

“Il Comune – ha concluso l’assessore – non è in possesso del dato numerico relativo ai richiedenti asilo che hanno una sistemazione autonoma e non hanno chiesto l’accesso alle misure di accoglienza previste dal decreto legislativo 142/2015, così come il Comune non è tenuto a conoscere le posizioni giuridiche dei migranti. Gli stranieri residenti nel comune di Siena al 31 dicembre sono 5498, di cui 302 pakistani pari al 5,72 per cento del totale dei cittadini stranieri”.

La consigliera Monica Casciaro del gruppo Siena Sostenibile, che ha illustrato l’interrogazione, si è dichiarata “non del tutto, anzi quasi per niente, soddisfatta dalla risposta dell’assessore. Sono stati forniti solo alcuni numeri rispetto a quelli richiesti, perché il Comune non è tenuto a conoscere gli altri. Ma soprattutto apprendo che a parte il Cas di Montalbuccio, il Comune non sta prendendo in considerazione altri centri specifici per l’accoglienza di queste persone, quindi non si risolve il problema”.