Oggi è una giornata particolarmente triste per tutti i parrocchiani di Poggio al Vento e per la città intera. Ci ha lasciato Vittorio Carnesecchi. Ci siamo visti in chiesa, prima che l’attuale emergenza sanitaria ci costringesse tutti a casa. Lui era sempre lì, al suo posto, appartato, nella penultima cappellina di sinistra, giunto in chiesa con notevole anticipo. E dopo la Messa il tradizionale scambio di chiacchiere che con me, inevitabilmente, finiva per avere come tema l’Università – la tanto da lui amata Università – e quel che di nuovo accadeva nel mondo accademico, ma soprattutto in Via Mattioli, l’ultima sede in ordine di tempo, di quelle Facoltà (oggi Dipartimenti) di Giurisprudenza e Scienze Politiche, dove aveva lavorato per gran parte della sua vita.
Vittorio, come si legge nell’Inventario dell’Archivio dell’Università di Siena, si era laureato in Scienze Politiche nell’Anno accademico 1957-1958 (Matricola nu. 200), discutendo una tesi dal titolo “Le fluttuazioni cicliche nell’edilizia, con particolare riferimento agli U.S.A. e all’Italia”, ottenendo un indiscutibile riconoscimento con quella che un tempo si sarebbe chiamata “la dignità di stampa”. Fu Relatore di quella tesi il professor Vittorio Marrama, un economista molto autorevole, ordinario a Siena sin dal 1953, per poi passare a Napoli (1960-62) e quindi alla “Sapienza” romana.
Successivamente vincitore di Borsa Fullbright, Vittorio fu ammesso alla Graduate School of Economics dell’University Vanderbilt USA, ove conseguì il Diploma in Teoria dello Sviluppo Economico. Tornato a Siena vinse il concorso di assistente ordinario di Economia Politica nella Facoltà di Giurisprudenza, con annesso Corso di Studi in Scienze Politiche, nell’anno 1962. Chi scrive lo ha avuto come professore negli anni Settanta (Vittorio ha insegnato Economia Politica dal 1968 al 2002) e poi come amico e collega: una amicizia facilitata dal suo carattere, del tutto privo di affettazione, ma sempre cordiale, sincero e schietto. Quel che colpiva di Vittorio – e questi sono ricordi di studente – era la grande capacità con cui riusciva a far comprendere i temi e i problemi economici più complessi. Vittorio non era un “buonista”. Sempre giusto ed equilibrato, sapeva unire alla severità necessaria del docente un’attenzione tutta particolare, quasi paterna, nei confronti degli studenti. Proprio per questo era molto apprezzato, benvoluto ed amato.
All’impegno accademico (oltreché nella nostra Università, nella Università per Stranieri, nel New York State University College di Buffalo e nell’Università del Maryland) Vittorio accompagnava una autentica passione per la città e per le sue Istituzioni. Membro del CdA dell’Università di Siena, dell’Ente Ospedaliero di Siena, di varie società del gruppo MPS, ma soprattutto Provveditore per cinque anni dell’Arciconfraternita della Misericordia, Rettore della Società Esecutori di Pie Disposizioni di Siena (dal 1987, quasi una seconda casa), con realizzazioni importanti, Consigliere di Amministrazione dell’Accademia Musicale Chigiana di cui è stato anche VicePresidente. Per chi non lo ricordasse fu anche candidato a Sindaco nel 1993, raggiungendo un ragguardevole risultato tant’è che venne sconfitto solo al ballottaggio: il che attesta, ancora oggi, quale fosse l’apprezzamento notevole del quale godeva in città.
Siena perde uno dei suoi figli migliori. E non è vuota retorica. L’impegno che Vittorio ha profuso non solo nell’Istituzione universitaria, ma in tante Istituzioni cittadine, alcune delle quali erano e sono ancora oggi al servizio della Comunità, attestano che quell’idea di bene comune penetrata nella sua coscienza di cristiano e cattolico, aveva cercato di trasferirla nell’impegno pubblico. Come disse Papa Francesco nel memorabile discorso Fiorentino alla Chiesa italiana il 10 novembre 2015, “i credenti sono cittadini… la nazione non è un museo, ma è un’opera collettiva in permanente costruzione…”. E Vittorio, senza tema di smentita, ha dato il suo notevole e concreto contributo a quella costruzione.
Giovanni Minnucci