Siena

Rientro a scuola, i ragazzi: “Bello tornare in classe, ma resta la preoccupazione”

Oggi i ragazzi di Siena, come quelli in tutta la Toscana sono tornati in classe. Dopo mesi in cui era la didattica a distanza a fare da padrona, da oggi prende il via la formula mista con le lezioni che si svolgeranno al 50% in presenza. Il presidente Giani dal canto suo continua a sottolineare come fosse una priorità dare agli studenti la possibilità di tornare in classe.

“Tornare in classe è bello -spiega Asia, all’ultimo anno di liceo classico- ma restano tutti i problemi del caso, soprattutto legate al trasporto”. Quello dei mezzi pubblici è un tema che suscita molti pensieri, anche Giovanni ribadisce come “non sono tanto le distanze in classe a preoccuparmi quanto quelle sugli autobus”. Alice ed Emma, pur ammettendo che le scuole abbiano profuso sforzi per mettere in sicurezza gli ambienti, sentenziano “in verità non è cambiata poi così tanto la situazione rispetto a settembre”. La quasi totalità dei ragazzi conferma questo doppio sentimento di contentezza per il rientro in presenza accompagnato dalla preoccupazione per il virus. “Venire a scuola in presenza è tutta un’altra cosa, però la didattica a distanza ci dà la possibilità di essere sicuri di non portare il covid a genitori e nonni. Nell’anno della maturità una situazione simile ci infonde ben poca fiducia, non sapere nulla fino all’ultimo è una condizione assolutamente ansiogena” raccontano i ragazzi della quinta d del liceo delle scienze umane

Diego, studente del liceo scientifico, sottolinea come gli ingressi siano stati del tutto stravolti nel suo istituto “L’ingresso è cambiato, siamo molti meno alunni ed è tutto più scorrevole”, salvo poi riservare una sua personale bocciatura per la didattica a distanza “Se devo alternare un po’ a casa e un po’ a scuola, allora preferisco la dad al 100%. Secondo me destabilizza molto di più alternare così che fare solo l’una o solo l’altra”. Di un parere simile è Aurora, che si lamenta “approfittando del ritorno in presenza i professori hanno fissato compiti e interrogazioni, cosa che non penso sia così giusta”. La stessa Aurora conclude “il covid non è passato, è ancora un problema serio. Si poteva e si doveva aspettare che la situazione fosse più adatta” per poi dare ragione al suo compagno “sono una persona molto schematica, per me la cosa peggiore è non potersi organizzare”.

Emanuele Giorgi

Gennaro Groppa

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