Voleva partecipare a “Vetrine in festa” ma la sua proposta è stata rifiutata perché “non nel contesto comunale di Siena”. È questa la segnalazione di Tommaso Vatti, titolare de La Pergola di Radicondoli, che in questo modo aveva voluto esprimere il proprio disappunto per quella che, secondo lui, è un’occasione persa da entrambe le parti.
“La mia non vuole essere una polemica – racconta il ristoratore -, ma davvero non capisco il senso di quello che è successo. Qualche tempo fa mi ero informato con le associazioni di categoria sulla possibilità di aprire un temporary shop nel periodo natalizio per vendere i prodotti che produciamo a La Pergola. Tuttavia il regolamento comunale poneva dei limiti in termini di grandezza che hanno reso l’idea originaria non realizzabile. Di qui è nata la mia candidatura per partecipare a Vetrine in festa, anche dopo aver saputo che l’iniziativa non aveva riscosso un boom di adesioni e che la scadenza era stata prorogata“. “Non volevo certo sottrarre niente a nessuno – precisa Vatti – né tantomeno ricevere indebitamente alcun finanziamento. La mia voleva essere una proposta tesa a sfruttare uno spazio nel caso si fosse resa disponibile questa possibilità”.
“Ormai da anni sento parlare del fatto che Siena ha bisogno di rilanciare il commercio – dice il titolare de La Pergola -, di novità e di investimenti di qualità. Se è così, allora non capisco perché non pensare di iniziare a instaurare rapporti virtuosi con la provincia. Credo che sia fisiologico per un capoluogo attrarre risorse dal circondario e viceversa”. “Io vengo da Radicondoli, dove ho costruito un’attività che oggi è in tutte le guide gastronomiche d’Italia, promuovendo proprio le eccellenze del territorio senese e che ha ricevuto, e riceve, premi e consensi. Davvero è impossibile per me pensare di investire a Siena? Proprio ieri – conclude Vatti -, ho avuto modo di parlare con l’amministrazione comunale con la quale ci incontreremo nei primi giorni dell’anno nuovo. Spero che da un dialogo costruttivo possa nascere qualcosa”.
Emanuele Giorgi