Riforma p.a. Confesercenti: “attenti ai rischi della regionalizzazione”

Giusto razionalizzare la macchina pubblica, ma evitiamo che questo allontani Siena dal resto del mondo. Così Confesercenti Siena interviene sul dibattito intorno alle ipotesi di riforma della pubblica amministrazione locale ed in particolare delle Province. “Contenere la spesa pubblica ed evitare le duplicazioni di funzioni è sicuramente una necessità stringente, visto che il debito statale è il vero macigno di questo Paese  – osserva il Presidente provinciale, Graziano Becchetti – attenzione però ad usare l’accetta, se questa dovesse provocare l’allontanamento di funzioni che sono utili per la comunità locale”. Nel caso specifico del territorio senese, Confesercenti ritiene opportuno mantenere una presenza diretta ed efficiente di figure con cui rapportarsi su aspetti strategici per l’intera economia senese, come ad esempio la formazione e il turismo: “abbiamo il fresco esempio della ‘regionalizzazione’ della promozione turistica che ci lascia tutt’altro che fiduciosi in questa prospettiva. Con la riforma della promozione disposta poco più di un anno fa dalla Regione, in questo ambito si è passati da una territorialità e da un coordinamento ‘senesi’, in passato anche sin troppo densi, ad un vuoto operativo di fatto che oggi si rivela molto preoccupante, anche perché non si intravedono fatti nuovi all’orizzonte – spiega Becchetti – e questo è un settore tipico nel quale un livello intermedio di ‘raccordo’ sarebbe fondamentale, per evitare che l’attrattività delle terre di Siena  affoghi  nel centralismo ‘fiorentino’, e in mezzo ad altre destinazioni regionali; teniamo conto, inoltre, che stiamo parlando di quello che forse è attualmente l’unico comparto economico in grado di procurare sviluppo a questo territorio nell’ immediato futuro. Un ragionamento analogo vale anche per la formazione e l’aggiornamento professionale, che a tutt’oggi  trova nella Provincia un referente basilare e che in sua assenza, temiamo, potrebbe andare incontro ad una preoccupante impasse”.

In questo stato di cose, Becchetti chiede la revisione della Pubblica Amministrazione sia maggiormente orientata a raggiungere benefici tangibili, piuttosto che a lanciare messaggi effimeri: “numerosi sono i livelli su cui crediamo si possa intervenire per rendere più efficiente la cosa pubblica: l’accorpamento di piccole comunità, l’abbattimento delle duplicazioni di funzioni che ancora oggi si verificano in numerosi ambiti. Ma se è vero che la legge di riforma delle Province ‘minaccia’ di tagliare appena lo 0,5 % di spesa pubblica, lasciando inalterato il restante 99,5, ci sembra indispensabile un allargamento della prospettiva  prima di metter mano a questi interventi; nell’interesse dei cittadini e delle imprese, le quali in questi anni al crescere della spesa pubblica hanno visto drammaticamente affiancare la crescita della pressione fiscale”.