“Riflettere sui rapporti tra l’Italia e il mondo e tra noi e gli stranieri che vengono in Italia è la ragione per cui esistiamo. Il Rapporto italiani nel mondo 2021 ci dice che al momento i nostri connazionali all’estero sono più o meno uguali al numero di stranieri in Italia. Certamente è un caso ma dobbiamo guardare a tutto ciò come a un’occasione di consapevolezza e di riflessione”. Queste le parole di Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che oggi ha partecipato alla presentazione del Rim (Rapporto italiani nel mondo, ndr.) 2021 che si è svolta nell’aula magna del suo Ateneo. All’incontro, hanno partecipato anche Delfina Licata, curatrice del Rim e Massimo Vedovelli.
“Il compito dell’Università – aggiunge – è quello di produrre conoscenza e questo rapporto è uno strumento di interpretazione della realtà utile per chi studia ma anche per chi governa”. Il rettore si sofferma poi ad analizzare anche il periodo storico che stiamo attraversando contraddistinto dal covid prima e dalla guerra poi: “Si diceva che dovevamo uscire migliori dalla pandemia ma non ne siamo usciti affatto. Dobbiamo mettere un freno a questo precipizio che rischia di lasciarci peggiori di prima da un punto di vista culturale, oltre che ambientale ed economico. La crisi ambientale peggiora e le diseguaglianze aumentano ma culturalmente c’è un arretramento direi primordialista”.
“Il Rim – spiega invece Vedovelli, professore di semiotica all’Università per stranieri di Siena -, realizzato dalla fondazione Migrantes, che a sua volta è un organismo della Cei, è lo strumento più aggiornato per capire cosa succede alla nostra migrazione nel mondo. Ci fa capire che la migrazione non si è mai interrotta, neanche in pandemia”. “Questo strumento ci aiuta a togliere di mezzo – aggiunge – alcuni stereotipi come quelli sulla fuga dei cervelli”.
“Stiamo studiando il modo in cui la guerra sta influenzando i fenomeni migratori – conclude infine Delfina Licata -, e al momento ci siamo resi conto che il flusso continua a essere imponente. L’elemento del conflitto si unisce a quello di una pandemia non ancora terminata e che comprende tutti i luoghi del mondo in maniera diversa”.
Il Rim è giunto, nel 2021, alla sedicesima edizione. Vi hanno partecipato 75 autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno
lavorato a 54 saggi articolati in cinque sezioni: Flussi e presenze; Indagini; Riflessioni; Speciale Covid-19 e città del mondo; Allegati socio-statistici. L’edizione del 2021 si è voluta chiedere come l’epidemia di covid-19 abbia influenzato la mobilità italiana: cosa ne è stato dei progetti di chi aveva intenzione di partire? Come hanno vissuto coloro i quali, invece, all’estero già risiedevano? Chi è rientrato? Chi è rimasto all’estero? E cosa è successo ai flussi interni al Paese? Sono questi i principali interrogativi ai quali il Rim 2021 risponde e lo fa con diverse indagini specifiche, molte riflessioni tematiche e con un viaggio in 34 città del mondo dove vivono comunità italiane vivaci e residenti da più o meno tempo. Di queste comunità italiane all’estero vengono raccontate storie, riportati numeri, descritte problematiche, esposti i punti di forza e quelli di debolezza in modo che il lettore possa, alla fine del viaggio, essere a conoscenza di come, in ciascuno dei luoghi considerati, le italiane e gli italiani in mobilità hanno vissuto e stanno vivendo la pandemia globale.
Emanuele Giorgi
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