Qualche giorno fa, esattamente il 28 agosto 2012, Nasi Kaci, albanese di 38 anni, è stato rintracciato nel suo paese di origine, dove viveva tranquillamente, e arrestato.
Nell’ottobre del 2009, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena, competente per il calcolo del cumulo delle pene a seguito delle diverse condanne formulate anche da altri Tribunali italiani, aveva emesso nei suoi confronti un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per scontare in via definitiva 9 anni di reclusione, oltre a 1.500 euro di multa e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Da quel momento gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Siena non si sono dati per vinti.
Dalle indagini coordinate dal loro dirigente, VQA Sabato Fortunato, è stata acquisita certezza di quella che, da subito, era stata l’intuizione della Polizia, ovvero che il pericoloso straniero fosse tornato in patria già all’epoca in cui gli altri componenti della banda erano stati catturati.
Lui, non aveva mai scontato neanche un giorno di reclusione, né in virtù di una misura cautelare, né per le diverse precedenti condanne emesse da alcuni Tribunali del Veneto, perché era sempre riuscito a rendersi irreperibile.
Rintracciarlo non è stato facile per gli uomini della Mobile di Siena che sapevano bene, peraltro, quanto fosse pericoloso.
Al tempo dell’attività svolta dalla Polizia negli anni 2000, nell’abitazione dove gli agenti fecero il blitz arrestando i suoi complici e connazionali, furono trovati grandi quantitativi di gioielli, nascosti anche sotto le tegole del tetto, oltre a numerose mazzette di denaro per una refurtiva del valore di circa 600 milioni delle vecchie lire, e delle armi, tra le quali fucili e pistole, indici della pericolosità del tipo di organizzazione costruita ad arte da quell’associazione dedita principalmente alla commissione di reati contro il patrimonio.
Una volta verificato che lo straniero si trovava in Albania i poliziotti della Questura di Siena si sono attivati per rendere eseguibile il provvedimento di condanna in esecuzione di pene concorrenti a livello internazionale e, lo scorso 28 agosto, con il concorso del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, lo hanno rintracciato e catturato, ai fini estradizionali verso l’Italia, al posto di frontiera di Murriqan, in Albania, con l’ausilio della polizia albanese.
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