Le classi pollaio “mettono a rischio il personale scolastico vaccinato” ed il green pass è “una misura che limita l’accesso al lavoro senza dare benefici“. A poche settimane dallo squillo della prima campanella Anna Cassanelli, segretario Flc-Cgil di Siena, non nasconde scetticismo e preoccupazione sul rientro in classe.
I dubbi ed i nodi da sciogliere restano tanti. Una delle poche certezze è l’obbligo del green pass per docenti e personale scolastico ma per Cassanelli si tratta di una misura “inutile” che “senza volerlo discrimina una determinata categoria di lavoratori“. Oltre alla certificazione la sindacalista osserva come “si deve trovare una soluzione alla questione dei trasporti e delle classi pollaio. Quello che contestiamo è che, nonostante la pandemia, non è stata fatta una nuova legge sulla formazione delle classi, nemmeno in via transitoria. In un’aula con 30 studenti, che non devono mostrare il green pass e dove molti sono arrivati a scuola stipati dentro mezzi di trasporto pubblico, il virus può circolare e i docenti sono a rischio“.
I problemi però, per Cassanelli, non finiscono qui: “Come gestiamo i controlli? – si chiede-. Si sta parlando di un totem per scannerizzare i green pass da mettere negli istituti, ma temo che questa possa essere una misura che verrà introdotta senza dare risorse alle scuole, che quindi non se la possano permettere. La responsabilità dei controlli potrebbe essere anche affidata ai lavoratori. Ci però sono scuole che hanno tanti docenti e personale Ata: qualcuno sarà vaccinato ma altri magari si faranno i tamponi ogni due giorni ed è difficile stare dietro a queste persone per un intero anno scolastico”.
“La macchina rischia di ingolfarsi“, questo il commento perentorio della rappresentante della Cgil che avverte: “rischia di crearsi una situazione spiacevole dove ci potrebbero essere docenti costretti a fare come le forze dell’ordine nei confronti dei propri colleghi”. Cassanelli poi tiene a precisare una cosa: “Come sindacato siamo assolutamente favorevoli alla vaccinazione”.
Tiene banco anche l’argomento dei tamponi: dopo che Ministero e sigle avevano trovato l’accordo sembrava che i test dovessero essere effettuati gratuitamente dalle scuole, ma Bianchi, in un’intervista a Il Messaggero, ha affermato che non ci saranno tamponi gratis “ai no vax, andremo incontro solo a chi non può vaccinarsi per motivi di salute”.
“Avevamo chiesto test gratuiti o a prezzi calmierati, dopo che abbiamo siglato l’accordo il ministro si è rimangiato tutto – così Cassanelli interviene sul tema-. Tra chi ha dubbi non ci sono tutti no vax: in un ufficio, qualche giorno fa, è venuta una professoressa con una malattia autoimmune, per tutta la vita i medici le hanno detto di non ‘stuzzicare’ il proprio sistema immunitario mentre ora le dicono di vaccinarsi senza problemi: lei è spaventata perché ha paura di subire effetti collaterali”.
I punti interrogativi, quando manca sempre meno alla ripartenza delle lezioni, non si fermano qui: “Non sappiamo se l’organico covid sarà confermato fino al 31 dicembre o durerà per tutto l’anno e quindi i presidi non sanno se potranno dividere le classi”, ed ancora “non si è ancora parlato del tema dei trasporti”, puntualizza Cassanelli.
Per ora non sono previste manifestazioni: “Viviamo in un momento particolare dove ci sono due fazioni che usano toni molto accessi. Non ci vogliamo esporre: ci sarebbe il rischio che qualcuno strumentalizzi la nostra protesta e accusi il personale scolastico di essere no vax o autoreferenziale, vogliamo proteggerci. Per ora seguiamo la strada del dialogo con le istituzioni e della tutela dei lavoratori”, conclude.
Marco Crimi