Robur, Salvini si presenta alla città, parola d’ordine: “Prima il Siena”

Si è presentato oggi alla città il nuovo direttore dell’area tecnica della Robur Siena, si tratta, come già anticipato dal presidente, di Ernesto Salvini. Classe 1970, Salvini inizia la sua carriera ad Anzio nella stagione 1986/87 come segretario, dopodiché, tre anni dopo, diventa direttore sportivo e viene promosso nell’interregionale. Dal 1999 al 2011 lavora come selezionatore delle rappresentative regionali in Figc Lazio e successivamente sarà protagonista alla Cisco e al San Lorenzo Roma da responsabile del settore giovanile, raccogliendo diversi successi, tra cui uno scudetto Juniores e due titoli regionali Juniores ed Allievi. Nella stagione 2007/2008 inizia l’avventura con il Frosinone calcio da responsabile delle giovanili. Chiamato a rifondare tutto il settore, in pochi anni vince due campionati nazionali con gli allievi e la Berretti (che conquista anche la Supercoppa Italiana). A partire dal 2012 viene promosso nella carica di Direttore generale e contribuirà in modo tangibile alle importanti affermazioni del Frosinone, compresa la storica promozione in serie A.

Nel presentarsi ai media presenti, Salvini chiarisce quale sarà la parola d’ordine nella gestione della squadra: “Prima il Siena”. “I risultati sportivi – spiega – sono soltanto la conseguenza di una società che ha al suo interno figure che antepongono gli interessi della squadra e della società a quelli personali”.

“Come spesso successo nella mia carriera – aggiunge il neo direttore – sono arrivato qui per caso. Attraverso alcuni amici in comune ho conosciuto il presidente Montanari e la trattativa si è conclusa nel giro di pochissimo tempo. Ho trovato una persona che mi ha subito ispirato fiducia. Anche ieri non ho sentito proclami ma ho sentito parlare di programmazione.

Sulle future scelte sulla rosa e sullo staff il direttore tecnico dice: “Sono arrivato qui da poche ore, devo ancora ambientarmi. Spesso mi si riconducono profili di allenatori giovani, ma la priorità devono essere le conoscenze tecniche. Poi, nella mia esperienza, penso che un allenatore giovane possa avere più stimoli rispetto ad uno che magari ha già avuto le sue soddisfazioni”.