Entro mercoledì 15 luglio la società Robur Siena dovrà pagare gli stipendi di calciatori e dipendenti, qualora l’obbligo non venisse rispettato la squadra bianconera verrebbe penalizzata di altri 2 punti che dovrebbe scontare nel prossimo campionato. La data del 15 luglio è quindi cerchiata in rosso nel calendario, anche per capire quale sia l’attuale scenario della realtà bianconera.
Al contempo non si placano in città le voci relative alla trattativa (o alle trattative) per la cessione della società da parte della famiglia Durio-Trani. La stessa presidente Anna Durio ha confermato, attraverso un comunicato stampa della società, di avere parlato con interlocutori che si sono detti interessati a rilevare il sodalizio bianconero. C’è chi sostiene che l’operazione sarebbe a buon punto, tanto da far immaginare in tempi non lunghi un passaggio di proprietà.
Molti interrogativi rimangono tuttavia attorno a queste operazioni. In primo luogo ancora non è noto il nome dell’imprenditore interessato alla Robur, o degli imprenditori che potrebbero far parte di una cordata. Era stato ipotizzato che l’ex presidente Lombardi Stronati potesse essere pronto ad un ritorno a Siena, mentre nelle ultime ore il nome più gettonato sarebbe quello di Diego Foresti, direttore generale della Viterbese, che avrebbe con sé un gruppo di imprenditori desiderosi di effettuare un investimento. E poi va capito se Anna Durio voglia cedere l’intera società o solamente una parte delle quote, ed in questo secondo caso se si tratterebbe della maggioranza o della minoranza delle azioni.
In questo scenario molto nebuloso è intervenuto l’assessore comunale allo sport Paolo Benini, che ha utilizzato parole chiare per parlare della vicenda: “L’assessore, quindi io – ha detto Benini – monitora che la società si sta comportando come se giocasse al gratta e vinci. Mi pare che tenti la sorte, giocando di nascosto o meglio ‘con riserbo’, improbabili partite, come se non esistesse un Comune, una popolazione ed un tifo. Dimentica anche che il glorioso stadio di Siena è del Comune, quindi della collettività, non è ‘casa sua’. Io prima di fare operazioni magari confuse, legittime ma nascoste che non incontrano il favore della piazza, già molto irritata per tutto quanto accaduto, ci penserei due volte soprattutto se dovessi comprare. Io non conosco la cordata, sono lontani, tuttavia credo che interloquire con il tifo e con l’amministrazione sia un preciso dovere oltre che una cosa intelligente”.