“A me non risulta nulla né del progetto stadio né di altre idee della proprietà”, con queste parole Marco Trabucchi si è presentato oggi alla città di Siena nelle vesti di nuovo Direttore generale della Robur. “L’aspetto sportivo – dice – è l’unico progetto al momento. Posso dire che vogliamo creare un settore giovanile serio con infrastrutture e campi da calcio, ma afferisce sempre alla sfera del progetto sportivo. La proprietà non mi ha parlato di altro, io non c’entro nulla”.
Il nuovo direttore bianconero si è anche soffermato sul periodo di forma non propriamente straordinario – per usare un eufemismo – che sta vivendo la Robur: “La classifica è preoccupante, ma guardando il lato positivo siamo a pochi punti dai play-off. Quello deve essere il nostro obiettivo, sapendo che c’è tempo e modo per recuperare”. Il nuovo dirigente dimostra anche di avere le idee chiare sull’allenatore e sullo staff: “Padalino, al momento, è il nostro candidato numero uno anche se al momento non abbiamo ancora firmato nulla. Per il mercato, invece, abbiamo già un accordo con Cannella che opererà come consulente di mercato”.
“Io vengo – ha spiegato Trabucchi – da un’esperienza decennale in Russia”, esperienza russa che torna nel corso dell’intervista parlando delle contestazioni dei tifosi: “Ho lavorato allo Spartak Mosca, una piazza dove quando le cose andavano male vedeva 15mila tifosi aspettarci fuori dallo stadio. L’esperienza per gestire queste fasi me la sono fatta”. Per l’appunto, terminata la conferenza stampa, il nuovo Dg del Siena ha avuto modo di confrontarsi con un manipolo di tifosi che, dopo aver contestato animosamente, ha chiesto conto delle scelte sportive degli ultimi mesi. Il nuovo direttore, nonostante sia a Siena da poche ore, non si è sottratto al dialogo promettendo il massimo impegno per tirare fuori da questa situazione la squadra senese.
Rimane da capire se e come la società bianconera intenderà portare avanti anche i progetti extra-sportivi dei quali si è parlato sin dall’arrivo di questa proprietà armena nella città del Palio. In primis, ovviamente, l’idea di un’ampia ristrutturazione dello stadio, questione che la dirigenza dell’Acn Siena ha affrontato in più occasioni. L’allora vicepresidente del sodalizio senese Alessandro Belli, ora dimissionario, ha parlato (e lo fece per la prima volta in occasione di un convegno organizzato al Santa Maria della Scala) di un’operazione complessiva del valore e del costo tra i 40 e i 50 milioni di euro. Che avrebbe portato a realizzare a Siena uno stadio più moderno e funzionale, seguendo le linee e l’approccio progettuale utilizzati dall’Udinese per il piano di ristrutturazione dell’impianto, e con ristoranti, un’area wellness e persino un asilo nella struttura.
Oggi, nel corso della conferenza stampa, il presidente del Siena Armen Gazaryan non ha affrontato l’argomento. È rimasto seduto accanto al nuovo Dg Trabucchi ma non ha parlato dello stadio. Nella tifoseria bianconera c’è chi teme che la rivoluzione effettuata a livello societario (con le dimissioni di Belli e Bellandi e con la risoluzione contrattuale con l’ex Ds Giorgio Perinetti) possa essere il preludio di un progressivo disimpegno degli armeni dalla realtà sportiva senese. Si attende quindi adesso una dichiarazione forte da parte del massimo dirigente bianconero Armen Gazaryan relativamente a quelli che sono gli obiettivi, sportivi ed extra-sportivi, da parte della proprietà.
GG
EG