Per il comitato Siena 2 la decisione della giunta di far partire un procedimento di variante al Po per la residenza di due Rsa a San Miniato è “sbagliata”. Non solo: dal comitato c’è l’intenzione di “ostacolare in ogni modo possibile” la previsione
Dal comitato la contrarietà dipende da tre motivi. Per prima cosa, si legge in un documento, le Rsa private “non possono essere l’unica risposta ai bisogni dei più fragili e degli anziani” ma “è necessario potenziare l’offerta pubblica sul territorio e soprattutto è necessario pensare e organizzare livelli diversi di risposta al bisogno assistenziale”. Per San Miniato, proseguono, “Comune e Asp dovrebbero organizzare casomai un centro di assistenza con un responsabile organizzativo, l’assistenza sociale, i servizi infermieristci, un servizio colf oltre a servizi da offrire e fruire in modo collettivo: aiuto nelle faccende domestiche, aiuto per le cure mediche, aiuti per le incombenze burocratiche. Si potrebbe chiedere una compartecipazione alle spese, e nei casi di estrema povertà intervento pubblico. Si risparmierebbe così la costruzione di nuove Rsa ed il ricovero si farebbe solo nei casi estremi. Gli anziani rimarrebbero nel loro ambiente e i costi sarebbero molto più bassi per i singoli e per la collettività”, dicono dal comitato.
“La variante che la giunta municipale intende portare avanti prevede poi la costruzione di insediamenti complessi e di vasta portata in un’area già eccessivamente densa sul piano urbanistico e soprattutto su un asse viario del tutto improponibile che tra l’altro andrebbe ad incidere e spezzare in due l’area degli attuali impianti sportivi con quelli di cui è prevista l’espansione a valle. Tra tutte le aree possibili ove poter eventualmente realizzare strutture sanitarie, il luogo individuato per queste due Rsa è sicuramente uno dei più improbabili e sbagliati. Quando si pensa a nuovi servizi e a nuove strutture bisogna iniziare dal recupero dei volumi esistenti, dai vuoti della città e dei quartieri, dal risparmio di suolo!”, continuano dal comitato
Infine, fanno sapere, “c’è un grave problema di metodo. Quando si compiono scelte così rilevanti è necessario che queste siano il risultato di un dibattito esteso che coinvolga le strutture socio sanitarie del territorio, le organizzazioni sociali e sindacali più rappresentative, la “società della salute” ed i comuni vicini in una logica di concertazione di area. Ci pare indispensabile che su questi temi le istituzioni siano ancorate ad una impostazione programmatoria chiara, lungimirante e ampiamente condivisa”.