In piazza Duomo per “dimostrare il profondo legame e l’attaccamento della gente di Siena alle sorti del loro antico ospedale”: cresce così l’attesa per la manifestazione ’Salviamo il Santa Maria della Scala’ che si svolgerà stasera davanti allo stesso Complesso museale.
L’appello degli organizzatori dell’iniziativa è stato rivolto a partiti, associazioni, movimenti civici, sindacati ma anche alle persone comuni. Tra le adesioni spiccano sia nomi della politica locale dell’area del centrosinistra che personalità della ‘società civile’ senese.
Molte le prese di posizione a seguito dell’annuncio della protesta: il terzo polo civico, lo ricordiamo, ha fatto sapere che i suoi membri sono liberi di scegliere se aderire all’iniziativa oppure no; la parlamentare del Pd Susanna Cenni ha annunciato la sua partecipazione sottolineando come “le vicissitudini che hanno visto al centro il complesso museale nei mesi recenti – tra polemiche, prove di forza, strumentalizzazioni, incuria e dubbie decisioni strategiche – non sono all’altezza della città ”.
Al tam tam mediatico partecipa anche il consigliere comunale e capogruppo del Pd Alessandro Masi che, sulle prospettive future del Museo, evidenzia sui social come sia necessaria “una visione chiara e condivisa con la città del Santa Maria come della qualità dei servizi, dei lavori e delle libertà a Siena, in sintesi di dove sta andando la nostra città in questo cambiamento dal covid in poi”.
Anche Azione Siena ha aderito alla manifestazione. I rappresentati locali del partito di Calenda hanno spiegato il motivo in un comunicato, rilevando “l’assoluta assenza di motivazioni”, in termini economici e qualitativi, del passaggio di gestione da Opera a Sigerico.
Per Azione l’amministrazione De Mossi “non ha fatto altro che trasferire la gestione da un’impresa privata a una partecipata dal Comune senza motivarla con alcuna visione o idea di fondo: ha semplicemente cambiato il bigliettaio del Santa Maria della Scala, incorrendo oltretutto nella indecorosa sceneggiata dell’uso della forza pubblica a presidio di qualche scaffale in formica e un paio di monitor obsoleti, come se da essi dipendesse il conto economico del futuro del santa Maria”.
Il partito attacca: “uno dei maggiori beni culturali d’Europa, passa nelle mani di chi gestisce parcheggi e tassa sui rifiuti. Su quest’ultima potremmo scrivere lunghe pagine, ma ora parliamo di cosa attende il Santa Maria. Può il cittadino senese subire, ancora una volta, la decadenza di valori unici e irripetibili della propria Città a causa di presidi e conflitti puramente politici? No, ora è davvero necessario dire “basta””