Il più grande deposito di statue in bronzo di età romana ed etrusca dell’Italia antica ed uno dei più significativi del Mediterraneo: è una scoperta eccezionale quella fatta a San Casciano dei Bagni per la sesta campagna di scavi effettuata al Santuario ritrovato. Ventiquattro le opere grandi, centinaia le opere più piccole che sono state ritrovate tra i fanghi e l’acque calde della vasca centrale del santuario e che sono datate in un periodo che va dal II secolo avanti Cristo al I secolo dopo Cristo. E poi sono riemerse anche 6mila splendide monete, che vanno dal I secolo avanti Cristo al IV secolo dopo Cristo.
I tesori, che sono stati ritrovati in quattordici settimane di ricerche, da luglio fino a qualche giorno fa, appartengono sia alla cultura etrusca che a quella romana. “La scoperta permette di riscrivere completamente il rapporto tra questi due popoli – evidenzia Jacopo Tabolli, docente dell’Università per stranieri di Siena e coordinatore degli scavi -. Tra le due culture infatti non c’è una divisione netta come viene da pensare ma si è invece generata una fluidità che viene testimoniata da questi reperti. A San Casciano dei Bagni si era creato un humus multiculturale ed io leggo anche un messaggio di pace, visto che in quest’epoca i due popoli erano in guerra”.
L’elemento costante della grande scoperta di San Casciano dei Bagni è l’acqua, “il santuario infatti – ricorda Tabolli – era dedicato alle divinità delle acque e a queste si legano le offerte che sono state fatte e che abbiamo ritrovato nella vasca centrale”. Molte delle opere raffigurano le élite che vivevano nei territori di Siena, di Chiusi e a Perugia. Ed ancora c’è Igea dea della medicina, Apollo, “ed un’altra miriade di divinità – continua Tabolli-. L’elemento costante resta comunque l’acqua”, precisa.
L’archeologo prosegue poi con un appello: “Queste cose non vengono fatte con passione ma servono risorse importanti”. Da qui la sua richiesta al Ministero dei beni culturali e ricerca “per dare una mano nell’assistenza dello scavo e per portare alla creazione di un percorso di condivisione e ricerca in cui possa essere inclusa anche la comunità locale. Infatti – ricorda Tabolli – il Comune di San Casciano dei Bagni si è sobbarcato una spesa enorme per sostenerci”
Insediato da una manciata di giorni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha già visitato il laboratorio di restauro che ha appena accolto le statue e ora applaude: “Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”.
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