Sono ripartite dopo due anni d’interruzione le attività per il recupero e la valorizzazione del sito archeologico in località Aiano conosciuto anche come “Torraccia di Chiusi”, nel territorio di San Gimignano. Ad annunciarlo è l’amministrazione comunale: «Siamo lieti di poter dire che le ricerche presso la villa tardoantica di Aiano sono ripartite – dichiara l’assessore alla cultura del Comune di San Gimignano Carolina Taddei – In questi giorni infatti l’Università di Lovanio, sotto la guida di Marco Cavalieri, sta rimettendo in ordine l’area di scavo, completando alcuni rilievi ed eseguendo una campagna geodiagnostica, oltre a eseguire qualche lavoro mirato sui materiali ceramici». A rendere possibile l’avvio della campagna di scavo 2015 sono state la stretta collaborazione e la sinergia fra tutti gli attori coinvolti: Comune di San Gimignano, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e Université catholique de Louvain. «Il terreno dove si trova l’area è stato acquistato dal Comune di San Gimignano a fine dicembre 2014, dopo una serie di vicissitudini burocratiche – aggiunge l’assessore Taddei – e non era facile riuscire già in questa estate a riportare gli archeologi a studiare l’area. Riprendiamo da dove avevamo lasciato, consapevoli che quella che ci attende è ancora una strada in salita anche perché gli obiettivi che ci prefiggiamo a fortiori non contemplano solo l’avanzamento della ricerca archeologica, ma anche la conservazione e la valorizzazione del sito, che per monumentalità archeologica certamente ha pochi, o meglio, non ha rivali, nella Val d’Elsa romana» conclude l’assessore Taddei.
Il sito archeologico di Torraccia di Chiusi è costituito di uno stretto pianoro, ubicato nella piccola valle formata dal torrente Foci, affluente dell’Elsa, nel cuore della Toscana, tra le città di Siena, Volterrra e San Gimignano. Si tratta di un sito per il quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano ha concesso all’UCL (Université Catholique de Louvain – Belgio) un’autorizzazione di scavo e che è diretto da Marco Cavalieri, professore di archeologia romana all’UCL. Dall’estate 2005 e fino al 2012, una squadra di ricercatori, dottorandi e studenti ha iniziato una serie di indagini sul sito, scoprendo le vestigia di almeno tre vani di un’antica villa romana, databile tra il IV e il VI secolo d. C. La villa acquistò importanza in età tardo antica (V secolo d.C.). Dalle ricerche effettuate l’area si sta rivelando di massima importanza permettendo di acquisire dati significativi sulla storia della Valdelsa di quegli anni rivelando dati sorprendenti e innovativi.
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