Al policlinico Le Scotte di Siena, così come in tutta Italia, tutte le sigle sindacali – Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl e Pa- si sono unite unite sotto un unico appello: “sicurezza per le professioni sanitarie”. All’ospedale infatti si è tenuto il presidio delle organizzazioni “in segno di solidarietà verso il personale sanitario che sta affrontando in prima linea questa emergenza pandemica, per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza, il rinnovo dei contratti e nuove assunzioni”, come si legge in una nota.
Presente alla manifestazione Stefano Scaramelli, vicepresidente del consiglio regionale della Toscana che ha espresso la propria vicinanza a “quei lavoratori che non hanno mai mollato nel momento più difficile”. “Non possiamo definire – conclude Scaramelli – a giorni alterni eroi i professionisti della sanità. La dignità del lavoro degli operatori sanitari tutti va riconosciuta sempre. Le donne e gli uomini della sanità hanno diritto a lavorare nelle migliori condizioni possibili, per loro stessi e per il bene del nostro sistema sanitario pubblico universalistico”.
Lucia Barbi, segretario generale della funzione pubblica Cgil di Siena parla delle necessità della sicurezza. “Sicurezza significa avere i dpi, avere un protocollo operativo, avere la certezza dei temponi; la sicurezza che non è solo per i dipendenti pubblici ma per tutti i cittadini”. Barbi si pronuncia anche sulle questioni dell’assunzione e del rinnovo dei contratti per le professioni sanitarie. “Chiediamo che tutti i precari vengano stabilizzati e che si quantifichi il fabbisogno reale dei reparti”. “Il rinnovo contrattuale -conclude- è lo sviluppo delle professioni sanitarie; il rinnovo, che è scaduto il 31 dicembre 2018, non può essere sostituito con piccoli bonus da dare ai dipendenti”.
Riccardo Pucci, segretario generale della funzione pubblica Cisl di Siena, dopo aver sottolineato una volta di più l’importanza della sicurezza, si è espresso a sua volta su assunzioni e rinnovi. “Con la legge 3 del 2018 -spiega Pucci- non era stato assunto tutto il personale necessario; in questa fase sta entrando personale di cui già c’era bisogno ma ancora non è sufficiente”.
Per ultimo ha parlato Francesco Manfrevola che, oltre ad essere un dirigente Uil, è anche dipendente dell’azienda ospedaliera in qualità di coordinatore infermieristico e che ha fatto notare il disagio di una classe che “da sempre è in prima linea”. “Ci stiamo ammalando, si stanno ammalando i miei colleghi” avverte Manfrevola, che poi aggiunge: “manca personale, già al 31 dicembre 2019 mancavano 144 infermieri, ed ora si aggiungono tutti i pensionamenti”.
Emanuele Giorgi