Rientri, salti di riposo, diritti contrattuali negati o posticipati a data da destinarsi ma anche pronta disponibilità, ricorso incontrollato a prestazioni aggiuntive e sempre più straordinari: si fanno sempre più insostenibili i carichi di lavori dei professionisti sanitari, come affermano in una nota Fp Cgil e Fpl Uil Siena.
La situazione estiva in concomitanza con le ferie, sottolineano le sigle, è diventata “esplosiva”. ” Si spendono risorse per comprare a caro prezzo lavoro supplementare invece di assumere, e nel contempo si impoveriscono i lavoratori con rinnovi contrattuali di poche decine di euro a fronte di un tasso di inflazione a due cifre, costringendoli a lavorare di più per poter mantenere il proprio reddito”, attaccano i sindacati che poi parlano di un “ritorno al cottimo vero e proprio”.
Ed ancora: “E’ l’ennesimo schiaffo ad un personale” che “con il suo impegno e le sue capacità ha tenuto in piedi il sistema sanitario in un momento particolarmente difficile sopperendo alle carenze della politica e delle istituzioni”.
Da qui l’appello ad aziende sanitarie ed istituzioni: “Serve un piano di assunzioni stabili che riguardi tutte le professioni, dal ruolo tecnico a quello sanitario e socio sanitario e se è uno scandalo che la graduatoria oss a fronte di migliaia di idonei ha visto sul nostro territorio scorrere meno di 10 assunzioni, è ancora più scandaloso che per alcune figure professionali fondamentali come i tecnici di laboratorio, radiologi e ostetriche non esista nemmeno una graduatoria concorsuale valida da cui attingere”.
Le organizzazioni quindi “intendono aprire un confronto che porti alla pianificazione di interventi strutturali in grado di dare risposte ai lavoratori e ai cittadini, un confronto che non può limitarsi alla mera analisi delle difficoltà e alla semplice presa d’atto di problemi troppo spesso dichiarati irrisolvibili, ma che invece deve misurarsi con azioni concrete capaci di rilanciare il ruolo centrale della sanità pubblica e il diritto fondamentale di ogni cittadino alle cure. Tale confronto deve interessare le aziende sanitarie, le istituzioni, a partire dalla Regione fino alle comunità locali, e tutti i soggetti interessati ad una sanità pubblica e universale”.
Un’accusa è mossa anche al Governo “che persiste nel de-finanziare il servizio sanitario nazionale e nel mantenere norme capestro come quella relativa ai vincoli di spesa sul costo del personale che sta strozzando la sanità pubblica ed in particolar modo i sistemi regionali a forte preminenza pubblica come quello della Toscana”.
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