Caterina Benincasa è, senza alcun dubbio, la Santa senese per antonomasia. Chi dice Siena, dice anche, inevitabilmente, Santa Caterina! Nata nel rione dell’Oca, all’ombra della basilica cateriniana di San Domenico, proprio dalla sua amata città natale si irradierà la propria missione “pubblica”, nei soli trentatré anni di vita intensa.
Nel ‘pantheon’ senese – ma non solo in quello – non teme confronti, a Lei e solo a Lei è stato dedicato il maggior numero di drappelloni, ovvero gli ambiti premi in occasione dei Palii, ordinari o straordinari. Ciò denota, da parte dei suoi concittadini, una profonda e mai interrotta devozione, oltreché un modo per mettere in giusta evidenza alcuni tra i molti riconoscimenti conferitile o ricorrenze centenarie degne di rilievo. Ben nove i palii in cui è raffigurata, a partire da quello di piccole dimensioni, datato 1727, conservato all’interno del bel museo rinnovato della Contrada Priora della Civetta, fino a quello magistralmente dipinto dal pittore romano – ma ormai, da svariati anni, senese d’adozione – Alberto Positano per il Palio del 16 agosto 2000, vinto dalla Contrada del Leocorno; passando per quello, davvero degno di rilievo, opera del grande Bruno Marzi, destinato a celebrare, in un momento particolare della storia del Novecento, la neo-proclamata Patrona primaria d’Italia (Palio del 16 agosto 1939), ammirabile presso la sala delle vittorie della Contrada della Torre, che detiene fortunatamente anche il bozzetto originale.
Nel cinquantesimo anniversario dalla proclamazione della Mistica a Dottore della Chiesa Universale (1970-2020), grazie alla sensibilità della comunità senese dei Padri domenicani, viene offerta la prima indagine sistematica sull’impiego dell’iconografia cateriniana in un ambito ristretto e ben specifico, quello dei drappelloni del Palio di Siena. In quelli ancora oggi gelosamente custoditi nelle sedi museali delle contrade che li hanno conquistati nel Campo, ma non solo; infatti, la documentata e originale ricerca di Duccio Benocci, oltre alla “lettura” e contestualizzazione di ogni singolo manufatto pittorico, ha anche il merito di aver fatto ordine tra antiche memorie e notizie storiche d’archivio, retrodatando, di fatto, all’agosto 1701 l’uso di dipingere il tanto desiderato “cencio”, almeno per quanto riguarda una “Ricorsa” (corsa di cavalli ‘alla tonda’, nella pubblica Piazza, organizzata il 16 agosto, all’indomani dell’antico Palio ‘alla lunga’ dedicato all’Assunta). Una piccola grande scoperta nella secolare Festa di Siena! La bravura dell’illustratore Riccardo Manganelli ha reso possibile tradurre ‘in disegno’ quanto riportato da una tanto scarna, quanto importante “fonte” contradaiola, creando una ipotesi ricostruttiva convincente di un palio non pervenutoci.
Ad impreziosire lo studio edito per i tipi de Il Leccio, poi, un ricco corredo fotografico, una prefazione di Padre Alfredo Scarciglia o.p., Priore e Parroco di San Domenico in Siena, nonché committente della pubblicazione, ed un testo di presentazione firmato dalla massima esperta dell’iconografia della Senese, la Professoressa Diega Giunta, già Presidente del Centro Internazionale di Studi Cateriniani (Roma).
Non hanno voluto far mancare la loro presenza, con i loro saluti istituzionali, l’Arcivescovo Metropolita di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, Mons. Augusto Paolo Lojudice da poco nominato cardinale da Papa Francesco, il Sindaco del Comune di Siena, Avv. Luigi De Mossi, il Rettore del Magistrato delle Contrade, Dott. Claudio Rossi.
Dunque, in definitiva, un omaggio ‘corale’ a Caterina, gloria di Siena, d’Italia e d’Europa, realizzato con il patrocinio di: Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, Comune di Siena, Magistrato delle Contrade, Comitato Amici del Palio, Ordine dei Predicatori – Provincia romana di Santa Caterina da Siena, Associazione Internazionale Caterinati e con l’autorizzazione del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena.
Duccio Benocci, Santa Caterina: gloria senese, d’Italia e d’Europa nei drappelloni del Palio di Siena. Un’analisi iconografica, edizioni Il Leccio, 2020. € 15,00.
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