“Il Santa Maria della Scala deve vivere. Con la chiusura di due livelli su tre, la gratuità totale, il personale di sorveglianza costretto a restare in cassa integrazione al 50%, il Santa Maria della Scala da antico ospedale sulla via Francigena attualmente è destinato a rappresentare l’emblema della desolazione. Il Santa Maria della Scala è patrimonio artistico e culturale non solo di Siena e della Toscana, ma dell’Italia e di tutto il mondo”. A dirlo Stefano Scaramelli e Paola Piomboni, candidati di Italia Viva al Consiglio regionale.
“Non possiamo assistere al lento declino del complesso e dei posti di lavoro che fino a marzo impiegava, oltre alla cassa integrazione, infatti, c’è la scure dei contratti in scadenza che si sarebbero dovuti trasformare a tempo indeterminato e rischiano di essere interrotti definitivamente. Duomo, Museo dell’Opera, Cripta e Battistero sono riaperti. Oggi in questi luoghi di storia e cultura si paga un biglietto, seppur ridotto, con grande afflusso di visitatori. Al Santa Maria della Scala invece – continuano Scaramelli e Piomboni – la perpetua gratuità, che all’inizio è stata utile, ha portato il complesso ad avere visitatori poco interessati, di mero transito. Servono interventi urgenti, simili a quelli introdotti ad esempio nella sala San Pio, per l’info point dividendo l’ingresso per coloro che escono dal museo e coloro che entrano per il punto informazioni. Lo stesso valga per il Museo Archeologico e la Fonte Gaia”