Il 17 maggio 1639 Ventura Venturi espone all’Opera di Provenzano la volontà espressa dal cavalier Lucrezio Venturi nel suo testamento datato 28 giugno 1602. Egli disponeva che dopo dieci anni dalla sua morte fosse eretta una cappella nella chiesa della Vergine Miracolosa sotto il titolo della Santissima Annunziata. Come si legge nelle Delibere contenute nel fondo archivistico della Collegiata, furono destinati 700 scudi per fabbricare l’altare e 100 scudi per acquistare una tavola che lo adornasse. Gli eredi Venturi chiedevano, dunque, il permesso di fabbricare la cappella e che gli si “vendesse” la tela di Francesco Rustici, detto il Rustichino che raffigurava “Santa Caterina da Siena e Santa Caterina d’Alessandria” (e per averla, a patto che si adattasse all’altare, aggiungevano una somma ulteriore di 150 scudi). Si chiedeva inoltre che l’altare venisse realizzato in armonia con gli altri già fabbricati “e che gli si facessero buoni quaranta scudi (…) dati al già maestro Flaminio (del Turco, n.d.r.)”. Evidentemente, la famiglia Venturi si era già mossa da tempo per eseguire le volontà del congiunto, tenendo conto che Flaminio del Turco a questa da è morto da quasi cinque anni. L’incarico, in agosto, venne affidato al suo allievo, lo scultore Antonio Fancelli che eseguì la cappella Venturi nel transetto di desta della Collegiata (e, probabilmente, realizzò anche quella Petrucci nel transetto di sinistra qualche anno dopo). Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i 40 scudi versati anni prima a Flaminio del Turco fossero per la realizzazione del progetto, anche se non è da escludere, vista la richiesta di “scalare” dal compenso il denaro già speso che abbiano ragione coloro che sotengono che anche il disegno sia opera di Fancelli che, come allievo e per rendere armonioso l’interno della chiesa, segue gli stilemi del suo maestro. Risale, inoltre, all’agosto del 1642, la delibera con la quale la Deputazione accogliere anche la richiesta di porre sul nuovo altare il quadro del Rustichino (costato per la cronaca 200 scudi). Al centro, incastonato nella grande tela di Francesco Rustici, si trova il dipinto che rappresenta “L’Annunciazione” eseguito da Gian Antonio Manenti, allievo di Raffaello Vanni (tra l’altro la “SS. Trinità” di Raffaello Vanni è, sempre in Provenzano, esposto a pochi metri, sopra l’ingresso della sacrestia). L’altare, che ancora si può ammirare nella sua bellezza, oggi è patronato dell’Ordine di Malta.
Maura Martellucci
Roberto Cresti
Roberto Cresti