“Se è vero che il Palio è una raffigurazione simbolica della guerra potremo anche dire che ci si può far guerra per esorcizzare la guerra. Ci si affronta per sentirci vicini, sulla stessa barca” l’arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, nell’omelia per le celebrazioni di Sant’Ansano, si rivolge in particolare ai bambini e ai giovani, delle Contrade, ma non solo, e lancia un appello perché gli adulti tornino ad essere figure di riferimento e fiducia. Anche questo manca contro l’indebolimento generale che provoca scie di odio soprattutto intorno alla scienza, alla ricerca, ai vaccini. “Il rischio che corriamo è quello di indebolimento di una coscienza comune che in Europa sembrava essersi formata dopo le due guerre e la Shoah – prosegue il cardinale -. Ci sono tensioni dietro ai piani vaccinali e quel “Mai più” adesso più suona meno convinto di prima. Ci sono odiatori seriali con qui non si può discutere ma si deve comunque cercare comunque un dialogo efficace e necessario”. Mentre sui più giovani: “anche loro hanno dovuto rinunciare alla vita di contrada”. Mentre chiama in causa i priori chiede “attenzione” verso i ragazzi: “Dobbiamo tenere gli occhi aperti affinché loro che hanno affrontato la crisi con meno strumenti non ne siano segnati a fondo da rimanerne offesi nel corso della vita”, continua. Lojudice si rivolge ai genitori che come educatori “si sentono stanchi e privi di energie di fronte a una cosa che sfugge di mano”. L’Arcivescovo chiede quindi di “tornare all’essenziale per capire come diventare risorse verso chi è più piccolo”. “Ci siamo resi conto, in questi due anni, che anche il Palio ha dovuto rinunciare alla sua determinazione, ad essere un assoluto – dice Lojudice -. Varrebbe la pena di fare conoscere quello che si è vissuto in queste 17 comunità, modello di vita sociale anche per altre città”.