Anche quest’anno, il primo giorno di dicembre è arrivato a scaldare il cuore dei senesi con i suoi rituali e le sue celebrazioni. Un Duomo gremito di cittadini che si sono recati alla cattedrale per rendere omaggio al patrono di Siena, Sant’Ansano, partecipando alle tradizionali celebrazioni che vedono sfilare i vessilli delle 17 contrade per le strade del centro storico. Oggi, ha anche inizio il nuovo anno contradaiolo. Partendo dal Palazzo Comunale in Piazza del Campo, le consorelle hanno raggiunto la cattedrale, per la messa celebrata dall’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, per la prima volta sul pulpito del Duomo per questa ricorrenza così amata dalla cittadinanza.
Sentito l’intervento del rettore del Magistrato delle Contrade, Claudio Rossi, salutati i presenti e rivelata la sua emozione, rivolge il suo pensiero ai recenti fatti di cronaca che interessano il mondo contradaiolo:
“Sostegno ai contradaioli per le vicende in cui sono coinvolti. Il profondo amore ci aiuterà a superare dissidi e incomprensioni per contribuire alla rinascita di Siena in un momento di difficoltà – afferma Rossi -. Chiediamo protezione per mantenere la nostra identità, per esaltare nostri ideali e respingere pressioni interne ed esterne che cercano di trasformare e svuotare di significato la nostra civiltà rendendola un mero ricordo”
Il neo arcivescovo di Siena, Augusto Paolo Lojudice, ha rivolto le sue parole alla città e si è aperto in una profonda riflessione sul martirio di Ansano, accostandolo alla società odierna:
“Siamo davanti ad una pagina di Vangelo: la liturgia di Sant’Ansano che ci fa capire quali sono le conseguenze di seguire Gesù ed esserne discepoli: la persecuzione. Gesù lo predice ai suoi apostoli. Il tema de martirio affonda le radici nel nuovo testamento. Pensare che c’è qualcuno che ha dato la vita per amore di Dio e del Vangelo ci può riempire di forza, darci una carica. Questo è l’esempio che ci fa capire cosa vuol dire andare fino in fondo. il Vangelo ce lo dice in tanti modi” ha detto Lojudice, alla sue sue prime celebrazioni di Sant’Ansano.
“Mettiamoci davanti anche all’esperienza di Caterina, guardiamo ai nostri santi e ricordiamo che anche noi lo siamo resi dalla grazia di Dio. La nostra santità va custodita e alimentata per non sprecarla. Tutti noi, anche chi non crede, possiamo essere persone di alto valore e qualità umana. Camminiamo insieme credenti e non credenti, dobbiamo capire cosa sia il gesto del martirio, capirne il valore”. Un intervento, quello dell’arcivescovo, che si conclude con delle domande rivolte alla comunità, così da dare spunto ad altre riflessioni: “Pensiamo ai martìri che tutt’ora succedono come il sacerdote ucciso in Francia qualche anno fa: anche il ragazzo musulmano era un figlio dell’Europa ma in lui c’è un vuoto da riempire, una coscienza da interpellare. Quali sono allora i valori che l’Europa riesce alimentare? Quali legami, quale visione di un mondo comune? In quale contesto crescono i bambini delle periferie? A tutte queste domande vanno date risposte e bisogna dare un contributo fattivo a questa nostra società, al mondo e alla chiesa”
Alle celebrazioni, oltre alle autorità cittadine, era presente anche l’ex arcivescovo Antonio Buoncristiani.
Servizio a cura di
Marco Crimi
Arianna Falchi
Niccoló Bacarelli