“Restiamo preti, pastori, vescovi, cardinali in mezzo alla gente. La musica non cambia, ma si perfeziona”. Dopo la celebrazione della festività di Sant’Ansano l’arcivescovo di Siena e cardinale Augusto Paolo Lojudice.”Troppe volte rischiamo di confondere i ruoli e le strutture. Non esistono assoluti negli incarichi: anche da cardinale bisogna continuare a dedicarsi per gli altri”.
“Io contino a essere me stesso. Non mi voglio imbalsamare in un ruolo, ma viverlo appieno con le possibilità che il Signore mi dà – continua-. Ce lo dice lo stesso Papa: ‘devi mantenere il contatto sennò rischi di perdere il contatto con la realtà’. Lojudice poi ripete un concetto che ha spiegato durante l’omelia: “chi vuole attaccare il Papa vuole fare male a noi. Questo è un monito per il popolo di Dio – spiega-. Bisogna alzare l’asticella nell’attenzione, anche nei particolari: siamo nell’occhio del ciclone, giochiamo bene le nostre carte”.
Infine un giudizio sui momenti vissuti nel Concistoro che lo ha creato cardinale: “C’è stata molta serenità, era come vivere l’atmosfera di famiglia. Poche persone raccolta intorno al Pontefice, sembrava di essere tra amici”, Lojudice ha vissuto la sua grande emozione “nel momento in cui hanno annunciato la mia nomina, mi chiedevo: “e adesso cosa succede?”
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