Le contrade “sono vita vera” e “non rievocazione”. Ed ancora “non ci sono diritti acquisiti per l’eternità” per cui “non c’è niente di scontato. Bisogna tramandare la nostra realtà alle future generazioni di senesi” e “serve onestà intellettuale per pensare al bene comune della città. Il benessere delle piccole patrie non deve trascendere da quello di Siena”. Breve e concisa la riflessione del rettore del Magistrato delle Contrade Emanuele Squarci durante la cerimonia per la festa di Sant’Ansano. Nelle sue parole si evidenzia il momento odierno di “smarrimento e tensione” in cui “sono venute meno le certe del passato a livello locale e nazionale”. Da qui si incardina l’excursus su una Siena che è “città a volte sconfitta ma mai doma” e sull’essere senese che, dice Squarci, “è un fatto che prescinde dagli umori del periodo”.Poi c’è “la fortuna di appartenere alle contrade” che sono, per Squarci, “comunità vere e vivaci, magari non perfette, a volte litigiose e polemiche ma piene di persone capaci e volenterose. Comunità che – prosegue il rettore- sanno stringersi per fronteggiare minacce e avversità. Questa è la nostra specificità”.
MC
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