Un luogo intermedio dove essere ospitati in emergenza in attesa della disponibilità di qualche posto nei Cas, una struttura per essere tolti dalla strada, dalla stazione o dalle proprietà private: questa una delle richieste dei migranti che stanno facendo un sit-in di protesta fronte alla caserma della polizia in via delle Sperandie. I migranti, che sono qui fin dalle prime ore del mattino, hanno ricevuto l’assistenza di alcuni volontari che hanno anche offerto loro generi alimentari; dal canto loro, i manifestanti hanno rifiutato il cibo proclamando uno sciopero della fame.
“Non ce ne andiamo finché non ci date le chiavi di casa. Dormiamo qui”, dicono i sessanta manifestanti. Tra di loro ci sono molti pakistani ma le culture sono differenti visto che ci sono anche persone originarie del Bangladesh e dell’Afghanistan.
“Siamo qui per mostrare i nostri problemi ai media, al personale della Questura. Abbiamo bisogno di aiuto visto che viviamo in condizioni precarie”, racconta uno dei migranti. “Chiediamo che siano presi in carico i nostri problemi secondo quanto è scritto nelle leggi sui rifugiati. Vogliamo essere trattati come sono trattati i rifugiati ucraini”.
Gli fa eco un altro manifestante: “Non so cosa dire, qui siamo tutti in difficoltà e c’è qualcuno che è malato. C’è stato detto ancora che a Siena i Cas sono pieni e ci è stato detto di finire la protesta. A questo noi abbiamo detto di no”.
Non solo migranti però davanti alla caserma: con loro ci sono anche quei senesi che li hanno assistiti nelle ultime settimane. “Io sostengo la loro causa sia per la mia coscienza sia per il mio mestiere, visto che sono un’infermiera – racconta una delle presenti-. Sono qui non solo perché sono solidale con questi ragazzi ma anche perché verso di loro è stata compiuta un’ingiustizia che è un’ingiustizia verso chi chiede solo protezione”.
Emanuele Giorgi