“Netta contrarietà alla proposta di idoneità dell’area (denominata SI5) contenuta nella Cnapi, individuata da Sogin”. E’ il parere del consiglio dell’Unione dei comuni valdichiana Senese (Ucvs), di cui fanno parte i comuni di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Pienza e Trequanda, riunitosi 18 gennaio 2021.
Il consiglio prontamente convocato, si è espresso sull’idonea dell’area identificata tra Pienza e Trequanda.“Le forze politiche di tutti e dieci i Comuni e soprattutto ogni Consigliere ha dimostrato che, di fronte a questioni di così grande rilevanza, è necessario porre al primo posto il ‘bene comune’ della nostra collettività, ovvero i valori civili e sociali, che una generazione dopo l’altra, sono stati posti sempre al centro del ‘modello di sviluppo ideale’ di queste terre, per mantenere un modello socio-economico capace di salvaguardare anche i patrimoni culturali e paesaggistici di questi luoghi”, afferma Roberto Machetti, sindaco di Trequanda e presidente dell’Ucvs.
L’area identificata da Sogin “è posta a nord del torrente Tuoma e ad ovest della strada per Sant’Anna in Camprena, luoghi confinanti tra i due comuni interessati, terre dove i paesaggi sono stati immortalati, per la loro bellezza, anche in importanti produzioni cinematografiche internazionali. Ma nell’area, a pochi chilometri di raggio dal sito identificato da Sogin, in località “Bagnacci”, si trovano anche pozze di acqua calda di origine termale, che testimoniano un’attività geotermica di origine vulcanica tutt’ora attiva e, quindi, il territorio è da considerarsi tutt’altro che stabile dal punto di vista geologico”, rende noto l’Unione.
“Inoltre, in prossimità di quest’area sono presenti beni architettonici tutelati, come la chiesa e il monastero di Sant’Anna in Camprena, dove nei primi anni del ‘900 sono stati effettuati ritrovamenti etruschi di epoca ellenistica, il Podere Lama, la Villa “Il Palazzone”, la Chiesa di San Regolo e vicino il Palazzo Massaini, costruito da Bibbiano Cacciaconti nel XV secolo- proseguono-. Nelle vicinanze si trovano altri siti di interesse regionale e aree protette come l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, le Crete di Asciano, la Riserva Naturale di Lucciolabella, le Crete dell’Orcia e del Formone” e ancora “vi sono siti che fanno parte della “Rete Natura 2000” “.
Pienza e la Val d’Orcia hanno ottenuto il riconoscimento dall’Unesco, come patrimonio mondiale dell’umanità e Trequanda è stato il primo comune della Toscana, e tra i primissimi in Italia, ad ottenere il prestigioso riconoscimento di “Paesaggio rurale storico” (nel 2018) e ancor prima (nel 1994) ha fondato l’Associazione nazionale delle Città dell’Olio, per la tutela del paesaggio olivicolo.
“I dati parlano chiaro – continua Machetti -: il nostro territorio non ha elementi minimi per ospitare un deposito di rifiuti radioattivi, non solo per gli aspetti geomorfologici e per la presenza di prodotti agroalimentari di pregio e alta qualità, ma anche per le qualità ambientali e soprattutto della vita umana di chi qui vive, costruisce, sviluppa, guardando sempre al preservare e mantenere il territorio”.
“Amministrare queste terre oggi vuol dire salvaguardare scelte ponderate prese nel tempo e gli Amministratori attuali dei dieci Comuni, nell’esprimere unanimamente la loro contrarietà al deposito nazionale di rifiuti radioattivi, si sono pronunciati, indipendentemente dalla propria impostazione ideologica, per difendere, compatti e uniti, questi territori (su cui si discute democraticamente e giustamente anche con scontri ideologici duri e contrapposti). Questioni come queste travalicano le proprie posizioni, quasi ontologicamente, rispetto alle ordinarie questioni gestionali del bene pubblico” – aggiunge Roberto Machetti. “I Sindaci della Valdichiana Senese, insieme a quelli dei Comuni della Val D’Orcia e degli altri Comuni della Provincia di Siena, fino ai componenti del Consiglio regionale della Toscana, non hanno minimamente avuto dubbi su una cosa: su questioni tanto rilevanti, anche per i prossimi decenni, ciò che conta sono gli obiettivi condivisi; un bell’esempio di comunità da cui prendere spunto nella prassi amministrativa consuetudinaria, al fine dell’impostazione di dialettiche mai parziali e mai perdenti” – conclude Roberto Machetti.
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