“Anci Toscana esprime contrarietà e chiede alle autorità preposte di rivalutare l’idoneità di questi luoghi alla luce delle condizioni socio ambientali presenti”. Così l’associazione dei comuni della regione ribadisce il suo no al sito di scorie nucleari in Valdorcia.
Lo fa attraverso Roberta Casini, sindaco di Lucignano e referente Anci Toscana per l’agricoltura. Casini esprime “forte preoccupazione e disappunto per la scelta delle zone individuate- si legge in una nota. In particolare, si tratta di siti tutelati, di elevato pregio, sia da un punto di vista naturalistico che paesaggistico, dove lo sviluppo delle attività economiche è incentrato sulla sostenibilità ambientale”.
Borghi storici, centri abitati, paesaggi rurali storici, siti Unesco, siti archeologici, aree naturali, numerose Dop, Docg e Igp, presidi slow food, Pat. “Questa parte di Toscana, proprio per le caratteristiche sopra evidenziate, traina il settore turistico della regione abbinando le bellezze storico artistiche presenti sui diversi comuni a quelle ambientali e produttive – prosegue Casini-. L’enogastonomia di questi luoghi rappresenta una parte rilevante di economia toscana. Questi elementi pertanto, non possono coesistere con la realizzazione di un Deposito di rifiuti nucleari, sia per la pericolosità e la compromissione di un intero comparto economico locale, sia per la carenza di infrastrutture e servizi adeguati ad accogliere una struttura di queste caratteristiche”.
“L’eventuale realizzazione del deposito contrasterebbe con gli investimenti territoriali rivolti alla sostenibilità ambientale, alla valorizzazione delle produzioni d’eccellenza e dei prodotti tipici, nonché del turismo e della tutela dei paesaggi rurali, a tutte quelle azioni che a livello europeo, nazionale e regionale sono state alla base delle politiche di sviluppo di questi anni- prosegue il comunicato-. La coerenza delle scelte intraprese, che hanno connotato fortemente queste aree, non può essere pregiudicata da una potenziale opera che pare essere del tutto estranea alle vocazioni territoriali. Un luogo che identifica le sue risorse economiche e culturali con il paesaggio, risulta del tutto incompatibile con l’idoneità, anche solo potenziale, ad ospitare un Deposito permanente di rifiuti radioattivi”.
“La realizzazione di un impianto di rilevanza per la sicurezza del paese, necessario per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi non può prescindere da una valutazione complessiva del valore ambientale e paesaggistico dei luoghi, non può una scelta come questa, compromettere la storia e la bellezza di una parte di Toscana riconosciuta in tutto il mondo”, conclude.
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