“Prudente ottimismo”, commentano così dal comune di Trequanda il sì della Camera alla mozione che prevede che tra i criteri di approfondimento su cui dovrà essere effettuata la scelta finale, per i territori che ospiteranno il Deposito delle scorie nucleari, è stata inserita la discriminante dei territori con particolari colture di pregio, riconosciute a livello nazionale e locale, e le aree naturali protette nazionali e regionali.
“Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’esclusione del nostro territorio dalla scelta finale per ospitare il Deposito Nazionale – commenta il Sindaco di Trequanda, Roberto Machetti – Ringraziamo chi, fin dall’inizio, ha portato avanti questa battaglia: Trequanda ha già confermato la contrarietà a tale ipotesi e ribadisce la ferma volontà di rifiutare le scorie nucleari. La nostra task force di professionisti ha inviato le osservazioni, e continua a lavorare per inviarne altre, previste dal percorso di concertazione pubblica, mostrando tutti gli elementi tecnico-scientifici a sostegno dei criteri di esclusione, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, che geologico e architettonico – continua-. La nostra dura lotta contro il deposito delle scorie nucleari prosegue ininterrottamente perché ancora non è arrivata l’ufficialità dell’esclusione del nostro territorio dalla lista dei possibili siti e quindi non dobbiamo abbassare la guardia proprio adesso”.
“Oltre a ciò, nella mozione è stata anche accolta la richiesta del nostro Comune di avere un maggior coinvolgimento e una maggiore concertazione con le Regioni, i territori e le comunità locali interessate, una partecipazione anche dei Comuni non direttamente interessati ma comunque limitrofi rispetto alle aree individuate come potenzialmente idonee ad accogliere il sito, e di avvalersi di strutture universitarie competenti per i territori implicati e ad adottare i più moderni metodi di conoscenza multidisciplinari del territorio”, osservano da Trequanda. “Tutti questi criteri, unitamente ai temi della mobilità e dell’accessibilità infrastrutturale ai siti individuati, con particolare riferimento alle evidenze paesaggistiche e culturali, porterebbero a escludere il sito di Trequanda inizialmente individuato tra le scelte potenziali, al confine con il Parco della Valdorcia”.