Picchi di 200 accessi giornalieri ed un ritorno ai livelli pre-covid. L’imponente afflusso di accessi, e la diminuzione dei ricoveri covid, hanno portato una riorganizzazione delle Scotte: Il setting assistenziale del -1 del Dea torna ad accogliere i pazienti dell’Osservazione breve intensiva, con 37 posti letto in totale (9 in più rispetto all’attuale Obi).
Per il direttore generale Barretta la riorganizzazione “può contribuire a rendere minori le attese per i pazienti e più agevole e produttivo l’impegno dei nostri professionisti sanitari”. Così il policlinico senese si è dotato di un nuovo piano covid che, in caso di crescita dei ricoveri, prevede l’utilizzo dei seguenti ambiti di degenza:15 posti letto al -2 lotto Dea, 20 al lotto 3-piano 6, 10 in Malattie infettive e tropicali, 7 al lotto 3-piano 6.
“A questi posti letto ne possono essere aggiunti altri 37 al lotto Dea piano -1, con un nuovo eventuale spostamento dell’Osservazione breve intensiva, per un totale di 89 posti letto dedicati al covid. Il piano -3 del lotto Dea non sarà più dedicato invece ai ricoveri covid poiché da giugno interessato da lavori per realizzare 18 nuovi posti di terapia intensiva e 8 posti letto di subintensiva”, dicono dalle Scotte.
È stato inoltre formalizzato il modello cosiddetto a “fisarmonica” per la chirurgia programmata, in base all’andamento dei ricoveri covid. “Con la speranza che i ricoveri covid proseguano in un trend di diminuzione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – aggiunge il professor Barretta -abbiamo comunque predisposto un’organizzazione che prevede vari step per i posti letto dedicati ai ricoveri covid, e di conseguenza abbiamo formalizzato il modello riguardante la chirurgia programmata, i cui numeri dipendono proprio dal personale impegnato in areacovid e dai posti letto occupati”.
“Essendo una buona parte dei ricoverati in area covid positivi al tampone ma asintomatici o paucisintomatici e quindi in ospedale per altri problemi – conclude il direttore generale dell’Aou senese – dopo le consulenze degli specialisti, se necessario, saranno gli stessi professionisti dei vari reparti a prestare cura ed assistenza ai pazienti in questione direttamente in area covid, non andando quindi a modificare l’organizzazione del nostro ospedale e senza creare bolle covid all’interno dei reparti di degenza ordinari in quanto non confacenti alla logistica del nostro ospedale”.
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