Scotte, Bova: “Il covid non ha fermato il pronto soccorso, garantita una risposta ad ogni paziente”

“Il pronto soccorso delle Scotte ha continuato a garantire una risposta a chi ha contratto il coronavirus, ma allo stesso tempo anche a chi ha avuto altre patologie”. Lo afferma Giovanni Bova direttore del pronto soccorso policlinico che ha fatto il punto della situazione su quanto è stato fatto nel periodo pandemico. “Abbiamo aumentato la nostra risposta ai codici rossi, la cui percentuale è salita al 5,7% dal 4,6%” ,annuncia.

“Il sistema dell’emergenza-urgenza è ‘stressato’ da qualche anno, ma dato che le criticità sono il nostro pane quotidiano questo fatto c’ha dato delle opportunità. Ricordiamoci che l’azienda ospedaliera senese è un centro Dea di secondo livello e un Hub di riferimento per la patologie tempo-dipendenti”, per cui “noi abbiamo da sempre una risposta ai codici rossi molto più alto rispetto ad altre realtà ospedaliere”, continua Bova.

 

 

Il direttore del pronto soccorso non ha risparmiato una stilettata al sindaco di Arezzo Ghinelli che aveva affermato che solo l’ospedale San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto sono nosocomi covid. “Abbiamo avuto una media di più di 100 pazienti colpiti dal Sars-Cov 2 al giorno, in pronto soccorso arrivano 40-45 pazienti positivi a settimana, questo lo dico a chi pensa che il nostro non si un ospedale covid- dice-. Accanto a questo abbiamo svolto l’attività per i politraumi garantendo l’essere centro di riferimento per l’Area Vasta e aiutando anche i presidi impegnati dalla pandemia che non riusciva a garantire tale attività”.

Come è cambiato il pronto soccorso in questi mesi? “Il Lotto Dea – di cui il pronto soccorso fa parte – è stato ridisegnato per accogliere i pazienti covid – spiega Bova-. I lavori sono iniziati il 27 gennaio con la creazione della task force coronavirus. Gli interventi hanno riguardato la struttura e hanno coinvolto il personale ed hanno permesso di modificare l’approccio ai pazienti e di tenere separati il percorsi covid e quello normale”. Bova poi ricorda “siamo stati la prima Aou in Italia ad installare il pre-triage, un provvedimento adottato poi da tutte le strutture ospedaliere”.

Capitolo finale, una raccomandazione alla cittadinanza. “Dobbiamo tenere un atteggiamento di prudenza, rispettare le misure di distanziamento sociale, stare attenti all’igiene e portare la mascherine – conclude Bova-. La seconda ondata è partita perché in estate non siamo stati abbastanza attenti e tutt’ora ne stiamo pagando le conseguenze”.