L’ospedale del futuro “dovrà avere padiglioni isolati dedicati alle malattie infettive”, dovrà essere ancor di più “espressione del territorio a cui non si ricorre solo quando le cose sono complicate”.
Parole del professor Bruno Frediani, direttore del dipartimento di Scienze Mediche e anche responsabile area medico-chirurgica della covid unit al policlinico Le Scotte di Siena. Frediani, ospite della diretta di Siena News, ha fatto il punto della situazione sull’emergenza sanitaria. Ricordando l’alto numero dei ricoverati alle Scotte ha detto che “sono distribuiti in tre piani a diverse intensità di cura”. Con l’aumento del contagio “ci siamo allargati all’area di malattie intensive e ad un’ala di medicina interna. Ci stiamo attrezzando per andare anche nell’altra ala di medicina interna in previsione dell’arrivo di altri pazienti. Mi auguro di raggiungere il plateau la prossima settimane”, aggiunge Frediani che poi avverte “se il calo fosse confermato potrebbero togliere la zona rossa, ma ricordo che questo “gioco a ping-pong” può essere un rischio. Non è che se si cala si può riaprire subito”.
L’ospedale lavora quindi a nuove idee per gestire questa situazione per esempio: “potenziare il reparto Obi che accoglie pazienti da pronto soccorso e riorganizzare gli spazi”. Frediani poi conclude: “Dopo un anno di pandemia ho imparato che il policlinico Le Scotte non può essere la somma di tanto orticelli ma deve essere un bellissimo giardino dove ognuno deve dare dare il contributo- dice-. Con l’emergenza sanitaria il livello di collaborazione è aumentato non solo per i pazienti covid, ma anche per i trapiantati. Si sono sviluppati incontri virtuosi e si è imparato a lavorare in equipe”.