Siena

Scotte, il caldo ‘soffoca’ il pronto soccorso, Bellini: “Ecco cosa fare con anziani e fragili”

La grande ondata di calore che ha investito il territorio negli ultimi giorni ha messo sotto pressione anche il pronto soccorso delle Scotte. Ed a incidere su quell’impressionante dato di 170 accessi giornalieri c’è stato anche il caldo.

“I soggetti a rischio hanno più di 75 anni o sono fragili, purtroppo viviamo in una città dove si invecchia più velocemente rispetto alla media italiana e dove sono molto rappresentate le categorie di cardiopatici e di  chi è polipatologico cronico”, è l’allarme del dottor Marco Antonio Bellini, direttore “Cronicità e fragilità negli anziani” dell’Aou senese.

Dottore ma perché il rischio negli anziani è maggiore?

“Hanno una capacità inferiore di termoregolazione quando cambia la temperatura. Inoltre quando aumenta l’età funziona meno quel meccanismo di distribuzione tra il sudore e l’acqua ingerita. Chi è più vecchio poi ha meno senso di sete e non sente il bisogno di bere. Questo è un circolo vizioso che porta poi ai colpi di calore con l’alta frequenza cardiaca, con il calo della pressione, con la perdita della coscienza”.

Che cosa fare dunque in questo periodo?

“Bisogna mettere in atto una serie di misure: bere ad intervalli regolari durante tutta la giornata, seguire una dieta equilibrata, ridurre il consumo di caffeina, di bevande zuccherose e di alcool. Gli anziani devono evitare di uscire dalle 11 alle 18, non devono vestirsi troppo, devono prediligere abiti chiari invece che scuri. Prima di montare in auto è bene ricordarsi di aprire i finestrini o attivare la ventilazione con l’aria condizionata”.

E in casa cosa bisogna fare?

“Non facciamoci prendere la mano con il condizionatore, la temperatura deve rimanere tra 24 e 26 gradi. Sarebbe inoltre meglio utilizzare un deumidificatore. Il ventilatore invece è utile fino a un certo punto per gli anziani: se asciuga troppo il sudore toglie la possibilità al nostro corpo di regolare la temperatura. I farmaci poi andrebbero conservati in frigo e facciamo molta attenzione a quali usare. Quanto ai soggetti fragili infine c’è da aggiungere una cosa: rispettiamo tutte le norme igieniche in modo da non esporli alle malattie infettive”.

Marco Crimi

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