Un tasso occupazionale di trenta-trentacinque posti letto al giorno ed una media dei ricoveri di cinque giorni: questa è la fotografia della situazione alla Pediatria delle Scotte tra novembre e dicembre, quando il combinato disposto di virus sinciziale e influenza australiana “ha portato ad un’aumento di accessi dei bimbi al nostro pronto soccorso”.
A dirlo è il professor Salvatore Grosso, che della Pediatria dell’ospedale senese è il direttore. “Adesso però – afferma Grosso- stiamo assistendo ad una leggera deflessione in termini di numeri che potrebbe essere legata alla momentanea chiusura delle scuole”.
La maggior parte dei bimbi che si sono ammalati hanno meno di cinque anni. Ed i sintomi come si riconoscono? E quali sono i segnali di d’allerta che devono essere colti dai genitori? “Nel primo anno di vita – continua il medico – i bimbi sono colpiti maggiormente dal virus sinciziale che porta sintomi come la bronchiolite, stress e difficoltà respiratori, difficoltà a mangiare e a bere. Quando il bambino respira poi si nota che il suo pancino va su e giù. Se queste cose avvengono allora sarebbe opportuno far fare un controllo al proprio pediatra”.
La cosa più importante comunque è fare somministrare il vaccino ai bimbi, “questa è la raccomandazione del Ministero della Salute ed è anche la mia, sopratutto verso chi presenta disabilità croniche – sottolinea il direttore della Pediatria-. Vi è poi anche un elemento di responsabilità sociale visto che chi è più piccolo purtroppo può fare da propulsore del contagio da virus anche verso anziani e persone più fragili”
Quanto al Covid ” tra i più piccoli questo sembra dare una sintomatologia da scarsa rilevanza clinica”, aggiunge Grosso che rileva come i numeri del contagio da coronavirus nei bambini alle Scotte “sono molto bassi”. Prosegue Grosso: “Il Sars-cov2 lo riscontriamo occasionalmente in bimbi che arrivano qui per altre patologie”
MC