“Una Conferenza Stato-Regioni del 24 novembre 2016 auspicava entro il 2017 la presenza di un referente medico competente per la nutrizione clinica in almeno il 60% delle strutture ospedaliere e competente in nutrizione preventiva in almeno il 60% delle asl e entro il 2018 la presenza di una U.O. di dietetica e nutrizione clinica ogni 0.6-1.2 milioni di abitanti. Ad oggi vi sono ancora dei numeri insufficienti che vanno colmati per intervenire nel concreto su una gestione efficiente ed efficace della nutrizione”.
Così la dottoressa Barbara Paolini, presidente di ADI, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica e direttore di Dietetica e Nutrizione clinica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese alla conferenza nazionale sulla nutrizione promosso dal Ministero della Salute, che si è svolta negli scorsi giorni a Roma.
“L’Aou Senese e l’Università di Siena – aggiunge la dottoressa Paolini – dal 1998 hanno scelto di strutturare una unità operativa di nutrizione clinica e dietetica, in quanto la nutrizione ha un ruolo centrale e trasversale in tutte le condizioni patologiche in particolare nella malnutrizione iatrogena che condiziona la prognosi, le terapie e la qualità di vita dei pazienti. La struttura ha permesso di portare avanti dei progetti di ricerca che si sono ben implementati con la didattica e l’assistenza. Inoltre è particolarmente importante il progetto “Vivo sano” sul sito www.cibum.eu, curato da Aou Senese, Unisi, ADI e Toscana Food Association APS, con il sostegno di Regione Toscana”.
L’ADI nel corso della tre giorni di lavoro a Roma ha portato il contributo di dieci esperti in nutrizione clinica e preventiva e ha chiesto al Ministero della Salute di recuperare il ruolo di centralità nel Tavolo Tecnico Sulla Sicurezza Nutrizionale per coordinare e potenziare i tavoli regionali, oggi presenti in 11 regioni italiane.
“È necessario reinvestire sul settore della nutrizione nel nostro Paese e riorganizzarlo. Bene che finalmente due Ministeri quello della Salute e dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste se ne occupino insieme – conclude la dottoressa Barbara Paolini – perché per rilanciarlo è fondamentale investire sulla promozione di una cultura della nutrizione a più livelli, che definisca le priorità da affrontare e faccia anche un po’ di chiarezza anche nell’ abuso di termini come nutrizionista e prevenzione che se non contestualizzati in un ambito vasto come questo rischiano di generare ancora più confusione”.