“L’Università si è stretta intorno alla collega e alla Cgil presi di mira dalle scritte. Se si il responsabile fosse qualcuno interno all’ateneo è chiaro che dovremmo prendere provvedimenti attraverso la commissione disciplinare. Qui però parliamo di reato di rilevanza penale. E quindi dovremo concordare ogni mossa con le autorità competenti”.
Francesco Frati, rettore dell’Università degli studi di Siena, parla davanti al presidio organizzato questa mattina davanti al Rettorato all’indomani della scoperta dei graffiti omofobi e inneggianti al fascismo vergati in una postazione di lavoro di una dipendente dell’ateneo e delegata della Cgil. Alla mobilitazione indetta dal sindacato era presenti 150 persone. Oltre ai rappresentanti senesi dell’organizzazione sindacale c’erano esponenti locali dei partiti di sinistra e centrosinistra, membri di altri sindacati, dell’Arcigay, dell’Arci e del mondo dell’associazionismo senese
“Tutta la comunità – spiega Frati – ha ritenuto di giudicare questo come un atto incivile, vile e vigliacco e che porta con sé aspetti su cui riflettere. Innanzitutto la matrice omofoba ma anche la natura intimidatoria verso valori che noi da sempre difendiamo quali quelli di democrazia, uguaglianza, libera espressione di pensiero e di inclusione”. E alla nostra domanda sulle similitudini tra quanto accaduto ieri ed i fatti del 2019 che ebbero come protagonista l’allora docente Emanuele Castrucci Frati spiega che “non è semplice fare un’analisi sociologica di questo tipo”, perché “qui per la prima volta si colpisce una persona dell’ateneo impegnata in tanti aspetti”.
“In questo gesto c’è tutto il peggio della feccia fascista” commenta invece Fabio Seggiani, segretario generale della Cgil Siena. “Arrivare di notte e di nascosto – continua – fa parte del repertorio del neofascismo e dello squadrismo che si manifesta in giro per il paese da troppo tempo”. “Sono passati più di sei mesi – aggiunge Seggiani – da quando la nostra sede nazionale fu violata dai fascisti e oggi ce l’abbiamo in casa. Ancora continuiamo a pensare che siano gesti isolati o di qualche sconsiderato: in Italia c’è un fascismo strisciante, una questione mai risolta ma che deve essere finalmente affrontata. Noi chiediamo che siano messe fuorilegge con un decreto le associazioni fasciste e neofasciste con decreto”.
Presente anche Alessandra Nardini, assessore all’istruzione della regione Toscana, che è intervenuta: “Appena appresa la notizia abbiamo espresso la nostra più ferma condanna e piena solidarietà alle vittime, sia io che Eugenio Giani. Questo era il nostro compito: ricordare che la Toscana è antifascista e che si riconosce nei valori della resistenza”.
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