Cinquecentonovantaquattro euro all’anno sia per le scuole dell’infanzia che per le scuole elementari, che si traducono in 66 euro al mese e in 3,30 euro a pasto. Questo è quanto spende una famiglia nella città di Siena secondo un’analisi condotta da Cittadinanza attiva.
I dati emergono dalla sesta Indagine sulle tariffe delle mense scolastiche e riflettono, per il nostro territorio, una situazione positiva visto che in Toscana siamo il secondo comune dove si paga meno (meglio di noi fa solo Prato).
Novanta euro, è quanto spende in media nell’anno in corso una famiglia toscana per la mensa scolastica, rispetto agli 82 euro della media nazionale.
Il campione tipo dell’analisi di Cittadinanza attiva è una famiglia di tre persone che ha un reddito lordo annuo di 44mila euro, con corrispondente Isee di oltre 19mila euro.
“Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di 20 giorni mensili per un totale di 9 mesi escludendo eventuali quote extra annuali e/o mensili- è quanto spiega Cittadinanza attiva in un comunicato-. L’analisi prescinde dal livello di qualità del servizio offerto che, purtroppo a causa della pandemia, non è stato possibile monitorare attraverso la consueta indagine civica rivolta ai diversi attori ed utenti del servizio di ristorazione scolastica”.
L’associazione quindi ha fatto alcune sue proposte per le mense scolastiche. “Devono essere un servizio essenziale e universale” e il servizio dì ristorazione” dovrebbe essere considerato non più a domanda individuale, facoltativo ed extrascolastico, ma rientrare nei livelli essenziali delle prestazioni, ai sensi dell’art.117 della Costituzione”, si legge tra gli appunti di Cittadinanza attiva.
Inoltre, prosegue il documento, bisognerebbe “favorire in tutte le scuole l’istituzione della commissione mensa, con la presenza al suo interno di almeno un genitore di bambini che utilizzano le diete speciali, e dotare le stesse di procedure e strumenti specifici per valutare il servizio su tutto il territorio nazionale su indicatori comuni”.
Infine, in termine di qualità, sicurezza e sostenibilità del menu, continuano ancora da Cittadinanza attiva, “il costo crescente del servizio ed i timori per una gestione poco sicura e non di qualità delle mense sulle quali è essenziale avviare un confronto tra le parti, caso per caso, per risolvere le criticità che sono alla base di tali scelte e per favorire in ogni modo il pasto comune data l’importanza che esso riveste dal punto di vista educativo, sociale, alimentare”.
MC
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