“I ragazzi devono assolutamente tornare in classe, ma le nostre proposte non sono ascoltate”, è quanto afferma un genitore di un alunno della scuola Monna Agnese. Dopo quasi una settimana dall’inizio della scuola, ancora persistono problemi, soprattutto relativi agli istituti all’interno del centro storico di Siena. In particolare, la scuola Monna Agnese che, a causa degli spazi forse insufficienti a garantire un ritorno in sicurezza, ha optato per un ritorno parziale tra i banchi di scuola. La decisione, come ci riferiscono, non è stata accolta positivamente dai genitori degli alunni.
“Vi scrivo perché sono uno dei tanti genitori arrabbiati e allo stesso tempo scoraggiati dalla situazione in cui si sono trovati i nostri figli che vanno, si fa per dire, al Nonna Agnese – ci riferisce Barbara Giunti, genitore di un alunno del Monna Agnese -. Sì, perché i dirigenti hanno visto bene di non far rientrare tutti i ragazzi in classe. Per semplificarsi la vita hanno diviso le classi in due gruppi, facendoli rientrare a scuola a settimane alterne. Il gruppo costretto a restare a casa deve però collegarsi utilizzando i metodi della didattica a distanza. Purtroppo, però, la scuola non si è minimamente preoccupata di potenziare la rete, che tutt’ora non riesce a garantire un collegamento ottimale, eppure hanno avuto 7 mesi di tempo per optare tutte le possibili soluzioni”.
Ancora continua: “I ragazzi sono totalmente abbandonati a se stessi, quindi demotivati e demoralizzati.
Devono assolutamente rientrare tutti in classe, gli spazzi se organizzati bene ci sono e noi genitori saremmo disposti anche ad acquistare materiali del tipo pannelli di plexiglass da mettere tra i ragazzi. Nonostante le nostre proposte e la nostra buona volontà non siamo mai stati presi in considerazione dai dirigenti. Non è possibile che sia l’unica scuola in tutta Siena che non si è organizzata per far rientrare tutti i ragazzi”.
Niccolò Bacarelli