Scuole, Giani e Ascani: “Sì alla ripartenza dal 7 gennaio”

“I ragazzi delle medie e delle superiori devono ritrovare il rapporto con la classe. Io sono tra coloro che dicono: ‘Ripartiamo con le scuole dal 7 gennaio”. E’ quanto detto dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani durante l’inaugurazione di una scuola media in via delle Marche a Torrita di Siena.

“Dobbiamo essere pronti anche a saper ridurre la presenza fisica nelle strutture e renderla complementare con la Dad, nel caso il contagio da coronavirus aumenti”, dice ancora Giani. “La Toscana che è una regione ‘virtuosa’  per quanto riguarda i contagi può prendersi il rischio di riaprire le scuole subito”. Tra i Governatori quella di Giani è una “posizione minoritaria – spiega-. Altri presidenti di Regione, la maggioranza, vogliono fare slittare la ripartenza delle lezioni in presenza”. La massima sicurezza sarà garantita, per Giani, “dal trasporto pubblico con gli accordi con operatori privati, bus turistici – continua-. E’ stato fatto un lavoro che, calibrato con il lavoro delle commissioni prefettizie, ci farà evitare un ingolfamento nel trasporto pubblico per la presenza degli studenti”

Presente all’inaugurazione anche il viceministro dell’istruzione Anna Ascani. “L’Italia ha fatto tutto il possibile per ripartire dal 7 gennaio, le scuole sono sicure e in queste strutture non si sono mai verificati dei focolai di contagio – sostiene-. Con i prefetti è stato fatto il massimo e quindi vogliamo riaprire gli istituti. Inoltre ricordo che, all’interno della scuola, non ci sono stati cluster”. “La scuola è una priorità, ma viviamo in un momento di pandemia – chiarisce Ascani-. La prima cosa importante è la salute delle persone. Ovviamente tra i Governatori ci sono delle perplessità, ma l’intesa con le Regioni, presa il 23 dicembre, traccia un cammino: ogni decisione deve essere valutata anche in conseguenza dell’andamento epidemiologico, ma il momento la decisione del 23 dicembre è quella  che resta valida”.

 

 

 

I dubbi sulle riaperture  – E’ scontro tra governo, maggioranza e regioni. Molti sono i dubbi e  le perplessità legati al ritorno tra i banchi di scuola, come quello di un indice Rt e una percentuale di contagio ancora troppo alti e in continua crescita, segno che la pandemia non frena, anzi avanza in maniera preoccupante. Il premier Conte sembra però determinato a seguire la linea della riapertura con il 50% della presenza per gli istituti superiori.L’altro fronte è quello di un no, fermo e deciso, sulla riapertura delle scuole. “Ancora troppo presto” secondo alcuni, forse è meglio aspettare e continuare con la didattica a distanza. Le altre ipotesi sarebbero quelle di una riapertura programmata per il 18 gennaio, lasciando altro spazio per analizzare tutti i dati sull’epidemia. Il punto critico è legato soprattutto ai trasporti.

Sono giorni frenetici, questi che precedono l’apertura delle scuole, pareri non unanimi neanche da parte dei sindacati e dall’Unione dei presidi che chiede cautela ma di valutare l’apertura delle scuole il prossimo 7 gennaio. Proprio oggi si aprirà un altro tavolo di confronto tra Governo e regioni per chiarire i vari punti, nonostante tutto la posizione del premier Conte, insieme alla ministra Azzolina resta chiara: il ritorno tra i banchi ci sarà e dovrà essere il 7 gennaio.

Allo stesso Giani l’Unione Sindacato Imprenditori ha presentato “forte delle oltre 140mila adesioni alla propria petizione per rinviare l’apertura delle scuole in presenza, considerata l’inamovibilità sul punto della coppia Azzolina-Conte, lancia un appello ai governatori regionali e al Pd, quale partito di governo, affinché facciano propria l’istanza di un numero rilevante di docenti, studenti, genitori e personale scolastico”, lo si legge in una nota.

“La didattica a distanza, pur con i suoi limiti, ha garantito continuità d’insegnamento – spiegano dall’Ufficio comunicazione dell’Unsic. “Riaprire equivale alla certezza di ricominciare con tamponi, contagi, quarantene, sanificazioni, discontinuità didattica, ricreazione chiusi in classe e un clima generalizzato di ansia e preoccupazione. Tutto ciò accentuato dalle prime influenze stagionali e dalla consapevolezza che basterebbe qualche altra settimana per riaprire in una condizione resa migliore dalla crescita delle vaccinazioni e dai primi farmaci monoclonali”.

Dindalini (Tiemme): “Siamo pronti, preoccupa sovraffollamento” – “Siamo pronti. Stiamo facendo il massimo con le regole che ci hanno dato. La preoccupazione è che, rispettando la capienza al 50%, partirà nuovamente la querelle sul sovraffollamento dei trasporti”. Lo dice il presidente della Tiemme Massimiliano Dindalini  a tre giorni dalla riapertura delle scuole prevista per giovedì 7 gennaio.”Garantiremo gli spostamenti a tutti i cittadini che si muovevano già a settembre grazie all’aumento della nostra flotta, ma rimane il fatto che all’interno degli autobus c’è una deroga al metodo del distanziamento sociale di un metro”, aggiunge Dindalini .”Con la capienza al 50%  non verrà meno quella sensazione che i nostri bus siano sovraffollati – prosegue-. Una sensazione che c’è già stata a settembre e che è stata il metro di giudizio sull’efficienza del Tpl”.

Tiemme “informerà gli utenti che sugli autobus non si è tenuti a stare ad un metro di distanza quando non c’è la possibilità – continua -. Allo stesso tempo forniremo anche indicazioni sui comportamenti da seguire per evitare il contatto tra le persone quando il distanziamento sociale non può essere rispettato”.