Se il buon senso finisce nei rifiuti

Fa un certo effetto vedere Siena sommersa di rifiuti. Non so voi ma per me è stato un colpo al cuore. Per una giornata intera la città ha offerto l’immagine quasi da periferia degradata, se non si sapesse che qui non esiste periferia e, almeno per ora nemmeno il degrado delle grandi città. Se non si fosse saputo il motivo di tutto questo.

E invece lo sapevamo il motivo, e c’è qualcosa che mi ha colpito ancora di più: la totale ignoranza, la noncuranza, il disinteresse e anche la faccia di bronzo di tanti ‘leoni da tastiera’.
Facciamo un passo indietro: lunedì scorso, 30 maggio, lo sciopero era stato proclamato a livello nazionale da tutte le sigle sindacali unite Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel per chiedere il rinnovo del contratto di settore ed ha registrato un’altissima adesione su tutto il territorio (le sigle parlano del 90%), creando disagi in molte città italiane. A Siena, Sei Toscana si è impegnata fin dalle prime ore del giorno successivo, 31 maggio, con uomini e mezzi a ripristinare le situazioni di criticità che erano venute a verificare.

Ora, lungi da chi scrive l’argomentare sull’evento e sulla questione dei rifiuti (che più volte è stata riportata su queste colonne e sugli altri media locali per la cattiva gestione) ma leggere sui social network l’indignazione dei cittadini, vedere le foto della spazzatura a far ‘bella mostra’ di sé appoggiata ai muri dei palazzi, ad ogni angolo (ne vedete alcune foto a corredo di questo articolo) mi ha fatto venire i brividi. E spiega il motivo di queste righe.

Se è vero che la legge non ammette ignoranza, nel 2016 anche la mancanza di informazione non è ammessa: tutti i selfie del mondo, gli animali domestici o le bufale prese per vere (…) non bastano a fare dei buoni cittadini che abitano nella società odierna. E di uno sciopero, comunicato da giorni ovunque e non solo a Siena ma in tutta Italia, va preso atto.

In questo caso dovrebbe agire il buon senso: nella nostra città, dove esiste il porta a porta per la raccolta, si sarebbe potuto fare qualche passo in più per gettare i rifiuti nei cassonetti oppure tenere il sacchetto in casa fino al giorno successivo (preferibile sempre il cassonetto…). E invece no: nel tempo che si poteva compiere questo gesto, si è scattata la foto da condividere subito sui social – eccheccavolo, vuoi mettere la soddisfazione dei like e dei commenti – e giù polemiche infinite, indignazione di quella così sentita da diventare strumentalizzazione al limite del patetico. Aggiungo che i messaggi riservati ai giovani studenti (che peraltro hanno la brutta abitudine di buttare direttamente il sacco dalla finestra, e questo è ancora meno civile) vanno dedicati anche ai cosidetti ‘cittadini modello’ che non rispettano comunque le regole. Ma tanto ormai, il vezzo è quello di sparare nel mucchio e far finta di essere opinionisti, leader, cristiani intelligenti.

Ora, dico, ve ne siete accorti solo ora che il 30 maggio era sciopero e che la situazione che avete visto per tutto il giorno è quasi la stessa che si vede ogni giorno almeno fino alle 12 perché la gente mette fuori i sacchi la sera o a qualsiasi ora ma non nell’orario del giusto conferimento? Perché tra i tanti soggetti autori di post e amenità vari, ce ne sono diversi che il sacco lo mettono fuori dalla porta di notte. E chi scrive lo dice a ragion veduta.

Non sarebbe meglio usare un po’ di buon senso invece di additare sempre gli altri e cominciare noi per primi ad avere un comportamento civile? Magari rispettando il lavoro altrui e a volte cercando anche di comprendere prima di urlare?

La situazione che ha bloccato la Francia nelle ultime settimane dovrebbe aver insegnato un minimo che se un’esigenza nasce dal basso e va comunicata con forza, è in quel modo che si agisce, con uno sciopero legittimo. E che da parte dei cittadini ci dovrebbe essere il buon senso, appunto, a fare in modo che sia più possibile limitato il disagio di uno sciopero pur lasciando sentire la voce di chi protesta. Ma è stato più facile fare le foto dei turisti che il 30 maggio erano a Siena e che torneranno a casa con le immagini dei sacchi della spazzatura negli angoli più suggestivi del centro.

A tal proposito, le sanzioni che gli ispettori hanno cominciato a fare, serviranno? Ce lo auguriamo. Intanto, ritentiamo la proposta: perché non variare l’orario della raccolta alla notte con la gestione di orari che ne consegue? Accade in tutte le città d’Italia, non è certo impossibile. E si può sostenere tranquillamente il rumore per le strade degli operatori che puliscono. Così, la mattina, Siena si sveglierebbe pulita (meglio se avesse anche i portacenere o cestini appositi agli angoli delle strade). E forse potrebbe aiutare la città ad essere più decorosa ed invitante per quanti, alla fine, fanno girare l’economia. Sarebbe un passo in più, anzi due: da parte dei cittadini e da parte dell’amministrazione comunale. Se esiste ancora un po’ di buon senso, non buttiamolo nel secchio.

Katiuscia Vaselli

Katiuscia Vaselli

Nata nel cuore di Siena, giornalista e contradaiola fervente. Ora Capo-redattorice di Siena News e Presidentessa di Dinamo Digitale.

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Katiuscia Vaselli

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