Il Palio come scuola di politica internazionale. Stavolta non dobbiamo avere paura della retorica per usare questa affermazione. Mentre in tutto il mondo divampa la bufera nata dopo i discussi risultati delle elezioni americane dello scorso novembre (con i successivi avvenimenti che hanno stravolto la democrazia “a stelle e strisce” ) su Twitter ci sono anche discussioni dove chi argomenta non si risparmia nell’uso di metafore paliesche per dire la sua sull’effettiva regolarità del voto che ha sancito la vittoria di Joe Biden .
Nello specifico l’oggetto del contendere era quello dei presunti brogli elettorali che, secondo una parte dell’opinione pubblica, avrebbero condizionato la tornata elettorale in favore del Partito democratico americano, addirittura c’è chi sostiene che il voto postale abbia ribaltato il risultato portando Biden alla Casa Bianca.
“Se un cittadino su due ritiene che le elezioni siano state truccate, come fa ad accettare la prospettiva ‘abbiamo perso ci rifaremo la prossima volta?’. Pensateci. È evidente che minare alla fondamenta la credibilità del processo elettorale cambia le regole del gioco da li in poi”, così esordisce il collaboratore del giornale La Verità Fabio Dragoni. A rispondergli prontamente in un re-tweet è il deputato della Lega Claudio Borghi: “Fabio dammi retta, a molti occorrerebbe un po’ di scuola senese- scrive-. Al Palio puoi fare di tutto ma se l’altro fa più di te e vince poi zitto e purga. Se bastasse gridare ai brogli per averla vinta in ogni elezione anche quando eri tu in carica per vigilare non sarebbe un problemino?”.
Dragoni controbatte subito alle argomentazioni del parlamentare del Carroccio esponendo quelle che secondo lui sono le differenze tra le elezioni Usa e i ‘partiti’ che vengono fatti tra le consorelle prima della Carriera. “Le alleanze, gli accordi e i tradimenti sotto banco nel Palio sono il gioco – così ha tweettato Dragoni-. Non violazioni di regole del gioco. La Chiocciola accetta che l’Aquila possa mettersi d’accordo con la Tartuca in una data situazione. E che lei ne possa uscire male. Non è corruzione”.
L’onorevole Borghi tra l’altro non è nuovo all’utilizzo di queste metafore paliesche. “A cena con lui ci andrei, per spiegarli due tre cose. E poi si deve bere anche bene. Oppure lo metterei in mezzo ai contradaioli dell’Aquila e della Pantera, che sono rivali nel Palio di Siena”. Così aveva parlato qualche mese fa, intervistato La Zanzara su Radio 24, dell’allora presidente della commissione Europea Jean Claude Juncker .