Seicento anni dopo le Università di Siena e Pavia si interrogano in due momenti di confronto scientifico sugli effetti che il concilio di Pavia-Siena ha avuto nella stagione dei sinodi del Quattrocento.
Sarà infatti organizzato in città dagli atenei il convegno internazionale “A 600 anni dal concilio di Pavia-Siena (1423-1424)”. Un primo incontro si è tenuto in Lombardia un anno fa. Adesso, dal 10 al 12 settembre, è il momento del secondo convegno in città, con il patrocinio dell’Opera della Metropolitana.
Martedì 10 settembre alle 16 i lavori inizieranno al Santa Maria della Scala. Il 12 settembre ci si sposterà poi all’Archivio di Stato, dove sarà anche allestita una piccola mostra documentaria in cui verranno esposti alcuni dei documenti del tempo relativi all’organizzazione del concilio da parte del comune e delle magistrature senesi.
Il convegno, curato da Daniela Rando (Università di Pavia) e Michele Pellegrini (Università di Siena), vedrà intervenire come relatori una dozzina di studiosi provenienti da qualificate università europee.
“Seicento anni fa – ricordano gli organizzatori-, tra il principio di luglio del 1423 e l’inizio di marzo del 1424, Siena e la sua cattedrale ospitarono il concilio generale convocato da Martino V, il papa eletto nel concilio di Costanza che aveva posto fine allo scisma d’Occidente. Il nuovo concilio s’era aperto, come previsto, nella tarda primavera del 1423 a Pavia, ma varie ragioni portarono presto al suo trasferimento dalla città del dominio visconteo a Siena. L’afflusso delle delegazioni delle cinque nationes in cui si articolava l’assemblea, dei rappresentanti delle monarchie, degli ordini religiosi e delle maggiori università dell’Europa intera appariva un fatto determinante per le sorti, oltre che per il prestigio della città. Sulla cattedrale senese, conversero allora molte e diverse aspettative: quelle concrete della città e del suo ceto dirigente, quelle dei potenti del mondo e quelle di quanti attendevano dal concilio l’auspicata riforma della chiesa e il coronamento della ritrovata unità con l’unione della cristianità greca a quella latina. Anche nella nuova sede l’andamento del concilio, avviato con entusiasmo nell’autunno, incontrò difficoltà e sul finire dell’inverno fu avviato a una precipitosa conclusione, individuando Basilea come sede del sinodo successivo”.
“A lungo trascurato dalla storiografia, il concilio di Pavia-Siena appare oggi, alla luce di nuove piste di ricerca, un importante elemento di connessione fra gli eventi di Costanza e Basilea nel quadro della quattrocentesca stagione dei concili – si spiega-. L’esigenza di riprendere in mano la ricerca, ormai a oltre mezzo secolo di distanza dal lavoro di Walter Brandmüller, era nelle cose. In occasione del sesto centenario dell’evento le università di Pavia e di Siena hanno dunque promosso due momenti di confronto scientifico, con l’obiettivo di chiamare alla discussione e a un rinnovato esame delle testimonianze su questo concilio alcuni dei maggiori esperti internazionali, per ripensarne le vicende, mettendo fra parentesi i giudizi affrettati su crisi e fallimento che ancora pesano su di esso”.