
Due distinti organi di autogoverno invece del singolo Csm. E poi i componenti degli stessi due consigli che saranno estratti a sorte. Infine l’istituzione di un’alta corte disciplinare.
Sono i punti salienti della riforma sulla separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti, che mira a modificare il titolo quinto della Costituzione.
Il disegno di legge ha ricevuto il primo sì in Parlamento. “Comunque – spiega il presidente dell’ordine degli avvocati Antonio Ciacci – , non mi sembra un atto ostile nei confronti della magistratura, come talvolta viene interpretato. Piuttosto, lo considero una modifica ordinaria all’organizzazione del sistema giurisdizionale, che non trovo affatto scandalosa. Maggiore indipendenza tra magistratura giudicante e inquirente garantisce, in qualche modo, una maggiore terzietà del giudice”.
Alcuni dubbi potrebbero insorgere soprattutto in merito ai costi aggiuntivi, che scaturirebbero dalla creazione di due consigli superiori. ” Tuttavia, si tratta anche di un segnale forte rispetto all’influenza delle correnti delle diverse associazioni dei magistrati all’interno del Csm, un problema reso evidente dallo scandalo di qualche anno fa, come ben sappiamo”, precisa Ciacci.
Il presidente dell’ordine degli avvocati di Siena esprime quindi il suo giudizio.
“Non considero questa riforma un cambiamento decisivo – afferma – . Non la vedo come un attacco alla magistratura, né come un depauperamento del suo ruolo di controllo della legalità. La separazione delle carriere porterà alla distinzione trac hi si occuperà esclusivamente delle indagini e dell’accusa – cioè, della fase in cui i soggetti passano da indagati a imputati – e chi si limiterà alla funzione giudicante, decidendo sui casi sottoposti a giudizio”.
MC