Un filtro che può salvare milioni di vite. Dai laboratori dell’Università di Siena arriva un dispositivo capace di purificare il sangue dei pazienti affetti da sepsi, una delle sindromi più letali e ancora oggi senza una cura specifica. Il dispositivo, sviluppato dal gruppo guidato dal professor Alessandro Pini, sfrutta una cartuccia biocompatibile in grado di catturare batteri e tossine, riducendo l’infiammazione che porta allo shock settico. “La sepsi è una sindrome che colpisce decine di milioni di persone nel mondo e provoca ogni anno milioni di decessi – spiega. È generalmente innescata da un’infezione causata da batteri, spesso gram negativi, che evolve in un’infezione generalizzata e provoca un’infiammazione così grave, detta shock settico, da poter portare alla morte. L’idea — che in parte esiste già con alcune cartucce simili — è quella di purificare il sangue tramite macchine che contengono molecole in grado di trattenere i batteri e le tossine batteriche presenti nel sangue dei pazienti”. Oggi è ancora un prototipo, ma i test condotti finora aprono prospettive concrete. “Lo abbiamo testato ex vivo, cioè su sangue di animali affetti da sepsi, e nei prossimi mesi sarà sperimentato su animali di taglia maggiore, come il maiale. Se i risultati saranno positivi, nel 2026 si passerà alla sperimentazione clinica sull’uomo, aprendo la strada alla commercializzazione”, prosegue Pini.
MC