Sepsi, da Siena la “spugna” che purifica il sangue. Pini: “Nel 2026 puntiamo alla sperimentazione sull’uomo”

Un filtro che può salvare milioni di vite. Dai laboratori dell’Università di Siena arriva un dispositivo capace di purificare il sangue dei pazienti affetti da sepsi, una delle sindromi più letali e ancora oggi senza una cura specifica. Il dispositivo, sviluppato dal gruppo guidato dal professor Alessandro Pini, sfrutta una cartuccia biocompatibile in grado di catturare batteri e tossine, riducendo l’infiammazione che porta allo shock settico. “La sepsi è una sindrome che colpisce decine di milioni di persone nel mondo e provoca ogni anno milioni di decessi – spiega. È generalmente innescata da un’infezione causata da batteri, spesso gram negativi, che evolve in un’infezione generalizzata e provoca un’infiammazione così grave, detta shock settico, da poter portare alla morte. L’idea — che in parte esiste già con alcune cartucce simili — è quella di purificare il sangue tramite macchine che contengono molecole in grado di trattenere i batteri e le tossine batteriche presenti nel sangue dei pazienti”. Oggi è ancora un prototipo, ma i test condotti finora aprono prospettive concrete. “Lo abbiamo testato ex vivo, cioè su sangue di animali affetti da sepsi, e nei prossimi mesi sarà sperimentato su animali di taglia maggiore, come il maiale. Se i risultati saranno positivi, nel 2026 si passerà alla sperimentazione clinica sull’uomo, aprendo la strada alla commercializzazione”, prosegue Pini.

MC