Si fingevano avvocato e carabiniere per truffare un anziano: un arresto e una denuncia

I carabinieri di Poggibonsi hanno arrestato in flagranza un giovane e denunciato una donna, che la mattina del 4 luglio scorso così come ricostruito dai militari, avrebbero messo in atto una tentata truffa aggravata, con l’espediente del “finto avvocato/carabiniere” a danno di una persona anziana.

“La tecnica, oramai consolidata e nota – ricordano i militari, è sempre la stessa: il telefono fisso dell’anziano squilla, a chiamarlo un soggetto che si qualifica come avvocato e che, in breve, gli riferisce che il figlio/nipote ha causato un incidente d’auto. Si trova per questo in caserma e, per poter evitare che finisca in cella servono soldi per la cauzione. Per assicurarsi che la vittima venga completamente isolata dal mondo esterno, la persona che chiama al telefono le chiede di avere il suo numero di cellulare sul quale, così le viene detto, verrà contattata dal maresciallo che si sta occupando del caso. Dopo poco il cellulare squilla e il finto maresciallo comunica alla vittima che a breve giungerà a casa sua un “collaboratore” al quale dovrà dare soldi e gioielli. Pochi minuti dopo, alla porta della vittima si presenta il “collaboratore” al quale, l’ignara vittima consegnerà fiduciosa e speranzosa soldi e gioielli. Raggiunto l’obbiettivo, i malviventi fanno perdere le loro tracce a bordo di auto prese a noleggio da terze persone/società compiacenti, cercando così di eludere le indagini”

Esattamente ciò che stava per accadere il 4 luglio scorso a una signora di Poggibonsi. Verso le 11, alla centrale operativa dei carabinieri è arrivata la richiesta di aiuto di una donna che riferiva di aver ricevuto la telefonata di un avvocato che la informava che suo figlio aveva causato un grave incidente, che si trovava in una caserma dei carabinieri e che, per evitargli in carcere, avrebbe dovuto pagare 5mila euro.

Determinante la rapidità dell’intervento. L’operatore della Centrale, dopo aver tranquillizzato la donna, faceva convergere presso la sua abitazione due Carabinieri della locale Stazione in abiti civili, che si appostavano in attesa del preannunciato arrivo del “collaboratore”, nonché una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile che attendeva in posizione defilata ma vicina all’abitazione.

Alle 12, ecco suonare a casa della signora il presunto emissario, con lo scopo di ritirare soldi/gioielli. Entrato in casa chiedeva alla signora, senza preamboli, la consegna della “cauzione” ma, al momento di afferrare il “bottino”, veniva bloccato dai militari. L’uomo, un ventiquattrenne di Napoli, veniva così condotto presso la Compagnia Carabinieri di Poggibonsi per gli atti di rito e, successivamente, ristretto presso la Casa Circondariale di Siena, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria senese.
L’attività dei militari, tuttavia, continuava nella considerazione che, per esperienza, l’arrestato doveva contare anche su un complice, che nei paraggi lo stava attendendo su un’autovettura. Grazie ai successivi e celeri accertamenti i militari riuscivano, in effetti, ad identificare una donna di 45 anni sempre di origini campane che, questa l’ipotesi, non avendo visto tornare il complice si era già allontanata da Poggibonsi a bordo di un’autovettura a noleggio. La donna, veniva così deferita in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Siena, per tentata truffa aggravata, in concorso con il giovane arrestato.

All’udienza tenutasi il 7 luglio u.s. il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Siena nel convalidare l’arresto del 24enne, disponeva nei suoi confronti l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, il divieto di allontanamento notturno dal domicilio e l’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.

Infine, l’ennesimo invito alla prudenza ed anche alla diffidenza. Questo è quello che i Carabinieri consigliano, per evitare di divenire vittima di tali odiosi reati. In casi del genere, infatti, la prima cosa da fare è chiamare il numero unico di emergenza 112 per riferire quanto sta accadendo e, nell’attesa dell’arrivo delle Forze di Polizia, non aprire la porta a sconosciuti né, a maggior ragione, consegnare loro soldi e/o altri beni.