Gaiole in Chianti, si fingono carabinieri e truffano un’anziana ma vengono arrestati dai militari “veri”. Scoperti con beni da oltre 15mila euro

I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Siena hanno arrestato in flagranza di reato due uomini che si sono resi responsabili di una truffa con la tecnica “dell’incidente stradale” ai danni di una ottantunenne di Gaiole in Chianti.

Il modus operandi utilizzato dagli arrestati è noto ed è già stato riscontrato nei numerosissimi casi denunciati in passato, sia nella provincia di Siena che sul territorio nazionale: un uomo spacciandosi per carabiniere contatta al telefono la vittima, generalmente una persona anziana e comunica che una vettura di sua proprietà ha causato un grave incidente. Al fine di risolvere la questione il truffatore informa la vittima che avrebbe inviato un perito presso la sua abitazione per prelevare denaro e preziosi a titolo di cauzione.

Questo è ciò che è avvenuto quando a seguito di alcune segnalazioni telefoniche pervenute alla centrale operativa del comando provinciale carabinieri di Siena, i militari del Nucleo Investigativo hanno intercettato un’autovettura con a bordo due uomini che avevano appena perpetrato la truffa ad una anziana di Gaiole in Chianti, riuscendo a farsi consegnare 500 euro in contanti e circa beni in oro da 15mila euro

Al termine delle operazioni l’intera refurtiva recuperata è stata sequestrata e sarà restituita all’anziana, mentre i due soggetti, entrambi residenti nella provincia di Napoli, sono stati portati, in attesa dell’udienza di convalida, al carcere i Siena, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sempre più spesso malintenzionati si spacciano per carabinieri o avvocati o falsi incaricati delle società di erogazione di servizi come luce, acqua, gas per truffare le persone, specialmente gli anziani.

La truffa segue uno schema preciso: una telefonata d’allarme in cui l’interlocutore che può conoscere nome, cognome e dati personali, avvisa che un familiare è coinvolto in un grave incidente stradale o in un reato ed è necessaria una somma di denaro come cauzione, ovvero segnala che è necessario effettuare “il controllo tecnico” del contatore.

I malfattori utilizzano toni gentili ma decisi, creando pressione emotiva sulla vittima facendola sentire in colpa o in ansia e poco dopo, un sedicente carabiniere o avvocato o il falso addetto si presenta presso l’abitazione per ritirare denaro e anche gioielli che, nel caso del sedicente carabiniere, sono indicati come necessari per effettuare il confronto con la refurtiva rinvenuta nel corso di un’indagine.

I carabinieri e nessun vero tecnico chiedono soldi per risolvere problemi legali o familiari né per effettuare verifiche.

Ricevendo una telefonata del genere occorre mantenere la calma, contattare un parente o un amico di fiducia per verificare la situazione ed il 112 spiegando l’accaduto, senza aprire la porta a sconosciuti anche se dovessero dichiarare di essere carabinieri.