Se dovessimo spiegare le rivalità tra contrade nel Palio a qualcuno che si avvicina per la prima volta a Siena, cosa dovremmo dire? Perché per noi, cresciuti a pane e Contrada, certe dinamiche sono innate e non hanno bisogno di studi antropologici o di filippiche per essere spiegate. Sono così e basta. Anche quando vola una briscola fatta bene e dopo ci si ritrova al bar, anche quando moglie e marito non si parlano per 4 giorni filati e anche quando, nel corso degli anni, i rapporti mutano più e più volte.
Venerdì 2 febbraio, alle 18 nel museo della Contrada della Selva, verrà presentato il libro “‘Sia fatta la pace tra Selva e Pantera, sia fatta pace sincera sia fatta così’. Nascita e conclusione di una delle più accese inimicizie della storia del Palio”, nato dalle penne del selvaiolo Alessandro Ferrini e del panterino Alessandro Leoncini. Consorelle, alleate, nemiche, ancora consorelle. Negli anni, i mutevoli rapporti tra queste due contrade sono stati frutto di scontri e riavvicinamenti continui e questo, forse, è ancora più difficile da spiegare. L’unicità, come è unico il volume che verrà presentato, sta proprio nella dinamicità dei sentimenti contradaioli. Come si può spiegare al mondo, come si può raccontare cosa c’è dietro a due avversari che, poco dopo, si siedono allo stesso tavolo e si stringono la mano? Probabilmente, l’umana spezie deve ancora inventare un vocabolo che possa descrivere la vita di un contradaiolo.
Il volume sarà presentato dal professor Paolo Nardi. Oltre ai due autori, moderatori della serata saranno il Priore della Contrada della Pantera, Pasquale Colella Albino e della Contrada della Selva, Stefano Marini, che arricchiranno la presentazione con ricordi ed aneddoti contradaioli in tema con l’argomento trattato dal libro.
“L’idea nasce dal fatto che tra consorelle, i rapporti mutano negli anni. In particolare tra Selva e Pantera, c’è stato un mutamento fortissimo – spiega Pasquale Albino Colella, Priore della Pantera -. Abbiamo attraversato tutta una serie di fasi, da essere consorelle, alleate, nemiche, fino ad arrivare ad oggi che ci sono rapporti buonissimi tra due rioni che hanno attraversato momenti difficili e rendono di uffizia il vero valore delle Contrade. Abbiamo anche alcuni confini non perfettamente difiniti ma riteniamo prioritario essere in buoni rapporti più che fare questioni sul territorio, anche perché l’editto di Violante è ormai superato. Fermo restando, ovviamente, il principio di territorialità. In questi casi, il buon senso e la ragione sono fondamentali. Mi preme ringraziare Stefano Marini, Priore della Selva, persona capace ed intelligente con cui sono in sintonia. Questo libro è una conferma, sono molto soddisfatto perché è un unicum tra due contrade non alleate”.
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